tag:blogger.com,1999:blog-60622153334640686182024-02-22T16:09:25.657+01:00Citizen MMoA nerd for the society... Really???Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.comBlogger59125tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-10907223392219171972015-10-12T15:57:00.001+02:002015-10-12T16:07:24.270+02:00OpenStreetMap a #SCEoff2015 e #SCE2015<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJoud73n3P3DNnFAJdbrR19pXtUSJy3ZhvcBToFGEALf8fjFXt_PaU4JV5BUywzGnqIoItRKkZNshuhhlwmf9KuQ-7Ly4uUexRrnmlK-KKcfFQ_DOTVy_pCNWyAOr9vzo6_sEC8MpNPn8/s1600/mapping_sceoff.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><strike><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJoud73n3P3DNnFAJdbrR19pXtUSJy3ZhvcBToFGEALf8fjFXt_PaU4JV5BUywzGnqIoItRKkZNshuhhlwmf9KuQ-7Ly4uUexRrnmlK-KKcfFQ_DOTVy_pCNWyAOr9vzo6_sEC8MpNPn8/s400/mapping_sceoff.PNG" width="400" /></strike></a></div>
Nuova Smart City Exhibition! Per portare un po' di OSM alla Smart City Exhibition faremo 2 eventi. Il primo <a href="http://www.smartcityexhibition.it/it/news/sceoff-turn-city" target="_blank">giovedì sera</a> a #SCEoff2015 in Working Capital sotto forma di mini-mappatura del territorio basata sui <a href="http://fieldpapers.org/atlases/3fqbcvyx" target="_blank">field papers della zona attorno a Working Capital in via Oberdan</a>, che provvederemo a mappare su carta in un giro dell'isolato e digitalizzare subito dopo. Il secondo, invece, si svolgerà venerdì mattina in fiera a #SCE2015 e tratterà in modo più teorico la modalità di raccolta dei dati su OSM e della fruizione di questi dati per le amministrazioni e gli utenti finali. Insomma, in due giorni (in realtà, in poche ore) si andrà dalla produzione del dato sul territorio al consumo del dato come informazione grafica, turistica e decisionale senza passare dal via.<br />
Non è necessario essere grandi cartografi e nemmeno hacker sfegatati per partecipare, ovviamente!Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-4664112620057683812015-06-28T13:30:00.000+02:002015-06-28T13:30:05.640+02:00Sul perchè è sbagliato il referendum greco - Why the greek referendum is wrongTsipras vuole delegare al popolo greco la decisione attraverso il referendum. Una certa sinistra sbandiera la cosa come il massimo livello di democrazia mai visto in europa. E, ironicamente, non vede quanto sia in realtà la morte della democrazia. La grecia è una repubblica democratica che elegge regolarmente un suo governo, un suo parlamento e i vari organi istituzionali che vengono pagati dai cittadini per prendere delle decisioni per il bene del paese. Ora possiamo discutere a lungo il concetto di "bene del paese", possiamo discutere a fondo il significato di "rappresentanza". Soprattutto vedendo la cosa nell'ottica italica del moVimento, dove uno vale uno tranne quando non è vero, e nell'ottica di moVimentizzare tutto perdendo i principi sani e fondanti di partiti di governo, dove alla fine è solo una persona a prendere una decisione e a mettere il nome sul governo. Ebbene, fare un referendum su un argomento di questo tipo porta a galla due problemi:<br />
Innanzitutto Tsipras sta dicharando di essere inadatto a governare. Le elezioni servono non per avere un bel ragazzo da mandare a incontri internazionali, per quello ci sono eventi e casting di modelli. Servono per avere un leader che sappia guidare il paese anche in momenti critici e gravi, come quello greco, che sappia riconoscere i problemi e sappia spiegare il perchè di scelte anche non comode. E con un'operazione come il referendum sta dichiarando che questo non vuole farlo da solo, ma vuole farlo con l'assenso del popolo greco, rifiutando la posizione del leader in due direzioni: verso il suo popolo, verso il quale ha l'onere di governare, e verso gli altri leader europei, che hanno vinto elezioni e non si sognerebbero mai al mondo una mossa delirante come quella del referendum. Mi dispiace, ma con la mossa del referendum ha perso, da parte mia, tutto il rispetto che potevo avere verso una forza i cui principi non condivido, ma che ha comunque degli aspetti di interesse e di valore e che poteva portare un interessante punto di vista in discussioni.<br />
Il secondo punto problematico è la fine della democrazia. Con il referendum abbiamo il grande compiersi dell'abominio definito da Platone, ovvero la Politica Populista. La gente voterà? Voterà si? Voterà no? Non è importante, perchè questo gesto in quanto tale è un precedente agghiacciante per il mondo.<br />
Vediamo cosa ha scritto Tsipras ai cittadini:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Greche e greci,<br />a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.<br />La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale.<br />E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.<br />E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo.<br />In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola.<br />Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.<br />Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.<br />Alexis Tsipras</i></blockquote>
"<i>All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.</i>" Mi dispiace, ma non è così. Non è fierezza e sangue freddo puntare per il Grexit sul voto contrario al referendum. E' non aver le palle per dire al proprio popolo che arriverà la svalutazione. E' non aver le palle di spiegare in europa che la grecia uscirà.<br />
<br />
"<i>E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.</i>" Anche questa frase è senza senso. Non è un impegno che deve prendere, anzi, è un impegno che gli è stato dato alle elezioni. Non è un passante, è il presidente del governo greco, che gli piaccia o no.<br />
<br />
"<i>Per la sovranità e la dignità del nostro popolo.</i>" Mi dispiace per tutti gli amici greci.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-22232575343137843522015-06-28T12:35:00.002+02:002015-06-29T10:03:52.016+02:00Sulla Politica e la Democrazia - On Politics and DemocracyLa politica è una cosa strana. Nello specifico è curioso che abbiamo preso una delle forme definite da Platone stesso e l'abbiamo resa il nome dell'ambito nel quale si va a definire il modus operandi della gestione della cosa pubblica. Platone definisce, infatti, la Politica come una delle tre forme di governo:<br />
<div>
Politica, governo dei tanti, arisotcrazia, governo dei migliori, e monarchia, governo del singolo. Di ognuno dei tre casi esistono forme degeneri: tirannide è la degenerazione della monarchia, poichè il tiranno ottiene illegalmente il potere, l'oligarchia e la olocrazia sono le degenerazioni della aristocrazia, poichè a governare non sono i migliori (aristoi), ma solo gente a caso (oligarchia) o addirittura i peggiori della società (olocrazia). Infine la corruzione della politica è la democrazia, nella quale un popolo non informato è succube delle folate di vento che lo portano a seguire la banderuola di turno e quindi non sa prendere la decisione migliore, ma quella a favore di chi urla di più o che più riesce a parlare con la pancia del suo elettorato.</div>
<div>
Date queste definizioni, abbiamo col tempo scelto di chiamare il tutto con una parte (la Politica è diventata la politica) e abbiamo optato per un sistema politico basato sulla degenerazione della Politica, la democrazia, ripulendolo di alcuni errori pratici ovvi.</div>
<div>
Basarsi sulla degenerazione è stata una scelta fondamentale e giustissima, in tempi più semplici e più gestibili. Oggi il mondo è diventato complesso e connesso, cosa che non era vera prima di 25 anni fa e proprio per questo è diventato più difficilemnte governabile. Questo vale per un paese democratico, ma anche per enti minori, che abbiano al loro interno dei sistemi democratici, dai partiti ai condomini. E così la popolarità di una operazione politica ha un andamento visibile, come le azioni in borsa, un partito politico viene analizzato e eviscerato ogni lunedì sera dai telegiornali per capire quanto piace o meno alla gente, il politico di turno deve sparare la frase più ad effetto per poter essere retwittato, sharato, taggato, memizzato.<br />
Affascinante situazione, che però ha un costo. Heisenberg ci insegna che l'osservazione di un fenomeno va ad impattare sul fenomeno stesso, modificandolo. Ovvero, Platone aveva ragione: la Democrazia, intesa come degenerazione populista della Politica è forse la peggior forma di governo immaginabile.<br />
Possiamo dire, ovviamente, che non siamo in un sistema populista, ma in una democrazia rappresetnativa. Possiamo dirlo, certo, ma i fatti non ci danno ragione, e lo si vede quando un politico si trova costretto, per le ragioni del voto, a strizzare l'occhio al partito opposto sotto indicazioni dello spin doctor, o, molto peggio, a rivedere delle riforme importanti quanto necessarie a partire da come i sondaggisti danno la popolarità del partito per le incombenti elezioni. E quindi chissene importa della legge giusta o sbagliata? L'importante è che sia popolare. Chissene importa dei contenuti delle cose, l'importante è il tweet contro o a favore di questa o quella posizione. E l'assurdo è che questa situazione delirante è oramai talmente radicata da rendere impossibili discussioni sensate.<br />
In Italia la costituzione prevede che il presidente del consigio sia scelto dal presidente della repubblica partendo dalla discussione fatta con i vari partiti subito dopo le elezioni. Alle ultime elezioni politiche il PD ha non vinto (cit.), pur prendendo la maggioranza dei voti e quindi Napolitano diede a Bersani l'incarico di formare il governo. Impossibilitato dai cattivoni dei 5Stelle (si scoprirà poi che in realtà non ci sarebbe andato comunque al governo con loro, alla faccia del "mai larghe intese"), viene passata la palla a Letta, che svolge una parte del suo lavoro e infine, serenamente o no, viene passata la palla a Renzi. Ebbene, va ricordato che nonostante 20 anni di delirio e di partiti personali con il nome sul simbolo del partito NON siamo in una repubblica presidenziale, NON votiamo per il nome sul simbolo del partito ma votiamo per dare una maggioranza al parlamento, in base alla quale il presidente della repubblica sceglie a chi dare l'onere di governo. Dire altrimenti, raccontare la favola del presidente non eletto, è solo populismo: NESSUNO dei 27 presidenti del consiglio di NESSUNO dei 63 governi della Repubblica Italiana è mai stato eletto dal popolo, ma scelto dai 12 presidenti della repubblica che si sono susseguiti. E non sarà un gruppo su facebook, una petizione su change.org o una raccolta di firme a cambiare la costituzione italiana, fortunatamente.<br />
Questa è una delle ancore di salvezza che la nostra costituzione mette per evitare la deriva populista che sarebbe facile e lo dimostriamo ogni giorno.<br />
Bene, dove è il problema? Il problema siamo tutti noi, 70.000.000 di piccoli problemi, di disinformazione, di dubbio, di terrore verso il prossimo, di paura. Tutti problemi generati dall'ignoranza di fondo e dalla sfiducia verso l'informazione. Tutti problemi generati da un sistema creato per un mondo più semplice, che si trova ad essere inadatto ad un mondo complesso, che rende l'elettorato assolutamente inadatto a votare. E che non può cambiare, perchè è lo stesso elettorato che premia "pane e giochi" attraverso metodi mediocri i valutazione (auditel e simili) e non vanno a misurare l'impatto delle cose dette e fatte sui media.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/BJWKccHQFOA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/BJWKccHQFOA?feature=player_embedded&?t=6m23s" width="100%"></iframe></div>
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<blockquote class="tr_bq">
<span style="background-color: white; color: #181818; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: 14px; line-height: 18px;">It sure used to be… We stood up for what was right. We fought for moral reason. We passed laws, struck down laws, for moral reason. We waged wars on poverty, not on poor people. We sacrificed, we cared about our neighbors, we put our money where our mouths were and we never beat our chest. We built great, big things, made ungodly technological advances, explored the universe, cured diseases and we cultivated the world’s greatest artists AND the world’s greatest economy. We reached for the stars, acted like men. <b>We aspired to intelligence, we didn’t belittle it.</b> It didn’t make us feel inferior. We didn’t identify ourselves by who we voted for in the last election and <b>we didn’t scare so easy.</b></span> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="background-color: white; color: #181818; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 18px;"><span style="font-size: large;">We were able to be all these things and do all these things because we were informed… by great men, men who were revered.</span></span></blockquote>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-76876346929155386642015-01-06T11:55:00.000+01:002015-01-08T06:23:25.560+01:00Un augurio per il nuovo anno<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/71/Take_the_Gioconda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/71/Take_the_Gioconda.jpg" width="400"></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Dieglop (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons</td></tr>
</tbody></table>
Il ritorno negli uffici è imminente e si tornerà a brevissimo al solito tran-tran, alle solite problematiche risolte nel solito modo perchè si è di fretta e perchè non sono priorità, mentre le priorità sono "ben altre". Non è una lamentela: è una constatazione amara del sistema di cui anche io faccio parte e di cui anche io sono al contempo vittima e carnefice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però vorrei farmi e farci un augurio che può sembrare banale ma banale non è affatto. E questo augurio è di riuscire a far breccia anche in spiriti non tecnologici per aumentare la consapevolezza verso i beni comuni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre per acqua, verde, luce possiamo discutere su aspetti concettuali, ma l'aspetto "comune" è evidente e fenomenologicamente visibile, è più difficile capire e interiorizzare l'importanza "comune" di informazioni, quali la posizione di una fontanella, la posizione dei bidoni per il riciclaggio. E' più difficile percepire l'importanza "comune" del passato, non inteso come i soliti eventi di ricordo che risultano molto estetici e che consentono di vedere le gerarchie istituzionali dei comuni ma non vanno in alcun modo oltre questo gesto. E' più difficile accettare l'importanza dell'informazione "comune" relativa alle meta-informazioni quali "a quale periodo si riferisce quel documento pubblicato sul sito del comune di turno?" o "con che criterio sono stati aggregati i dati per fare quelle valutazioni?" o "quale metodologia è stata utilizzata per analizzare quei dati?". E', infine, più difficile rendersi conto dell'importanza dell'apertura del codice della applicazioni ad uso interno appaltate e fornite alle pubbliche amministrazioni, quali i vari gestionali interni e i CMS.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le varie leggi su trasparenza e simili graffiano a volte a malapena la superficie del problema. La pedissequa applicazione della legge genera una "area trasparenza", per i vari enti, che è forse utile vista in forma burocratica, ma risulta totalmente inutile per il cittadino che volesse avere percezione di questa trasparenza. Eppure esperienze dirette fatte in UNIBO dimostrano che la maggiore consapevolezza dell'importanza dell'apertura dei dati rende più leggibili e più utili i documenti di trasparenza di cui sopra. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è vero perché alla fine, tutte le valutazioni che ogni giorno facciamo sono elaborazioni esplicite o implicite di dati che raccogliamo. Ovviamente vale per noi come esseri umani, ma anche per entità più complesse quali comuni, regioni ecc... E quelle "aree trasparenza", ad esempio, vengono costruite partendo, appunto, da dati raccolti all'interno dell'istituzione. E qui si arriva alla tragica fine della catena alimentare, che ne è anche il triste inizio: Gli appalti e la convinzione antica che riassumeremo con l'arrogante "l'amministrazione sa fare tutto". </div>
<div style="text-align: justify;">
E' negli appalti che si annida il peccato originale, e nell'arroganza della conoscenza l'uccisione di Abele: L'amministrazione non si rende conto del pericolo della perdita dei <i>digital commons</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Esempio pratico italiota è Google Art Project: Meravigliosa vetrina per i nostri Uffizi, che senza molte remore ha <u>regalato</u> tutte le foto ad altissima definizione delle opere d'arte a Google, che li ha inseriti nella piattaforma dando a quest'ultima ancor più visibilità (la visibilità degli Uffizi è aumentata ma pochissimo rispetto al resto). Eppure basterebbe liberalizzare le foto all'interno dei musei, basterebbe pubblicare le strutture interne dei musei su OpenStreetMap, basterebbe consentire la pubblicazione delle foto ad alta definizione nella rete, basterebbe, come sta facendo l'istituto <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Archives_of_American_Art#Collections" target="_blank">Smithsonian</a> negli USA, decidere che le informazioni più visitate sono su wikipedia e quindi migliorare quell'archivio di conoscenza comune per massimizzare la visibilità delle opere e la conoscenza dei percorsi nel museo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Senza andare così in alto, quasi tutti i siti comunali di qualsiasi dimensione contengono mappe di Google. Le informazioni visualizzate sono di proprietà di Google, mentre basterebbe poco per utilizzare le mappe di <a href="http://www.openstreetmap.org/" target="_blank">OpenStreetMap</a>. Se lo facessero consapevolmente, sarebbe una scelta. Discutibile, ma pur sempre una scelta consapevole. Ma quasi sempre la scelta è totalmente inconsapevole. Il paradosso è che con <a href="http://www.openstreetmap.org/" target="_blank">OpenStreetMap</a>, qualora ci fossero errori o imprecisioni, è possibile far crescere comunità locali rendendole consapevoli del loro territorio per migliorare le informazioni comuni, creando, con la scusa digitale, uno "spirito del luogo", che nel mondo del pendolarismo moderno ha sempre più importanza e valore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema è, tragicamente, la mancanza, in questo nostro buffo paese, di una visione d'insieme. Di un <i>CIO</i>, un <i>Chief Information Officer</i>, uno specialista informatico che possa dare una visione di medio periodo al paese e che dia una direzione di massima fornendo degli strumenti a cittadini e istituzioni di ogni livello per lavorare insieme e digitalizzare il paese. E tutto questo senza nulla togliere ai Digital Champions, AGID e simili, anzi, dando loro un quadro di riferimento che consenta di non andare in direzioni sostanzialmente casuali rischiando, per altro, di perdere ogni valutabilità del loro operato ma bensì valorizzandolo e muovendo le pedine istituzionali in modo da eliminare ogni genere di impedimento burocratico alla partecipazione tecnologica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, questo è quello che vorrei che avvenisse nel 2015. Che tutti capissimo che i beni comuni non sono solo quelli che le istituzioni offrono fisicamente a noi, ma anche tutto il resto che ancora non è considerato bene comune, forse anche più importante per il nostro futuro in un mondo digitalizzato. E, visto che ci siamo, vorrei che finisse questo priapismo dei numeri. Non siamo anglosassoni, bene importare le metodologie numeriche, ma malissimo non interpretarle e renderle proprie (ovviamente per alcuni fa gioco, ma è un gioco nel quale ci rimettiamo tutti). </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-16307563526819933762014-09-10T20:13:00.001+02:002014-09-10T20:13:27.304+02:00Intervista su Radio3Scienza<iframe frameborder="no" height="166" scrolling="no" src="https://w.soundcloud.com/player/?url=https%3A//api.soundcloud.com/tracks/167119101&color=ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false" width="100%"></iframe><br />
La puntata si trova <a href="http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-4f05b15f-c26e-4e99-8ae2-1389ba4b6565.html" target="_blank">qui</a>.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-89889781782022786992014-09-02T11:17:00.000+02:002014-09-02T11:17:15.194+02:00Sometimes we need to look back - An old post from TheITGuys<div style="text-align: justify;">
A funny old post I had on TheITGuys... it was still 2010</div>
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I happened to look at Google Books, lately, and found something really amazing: a trip back to the past. <a href="http://books.google.it/books?id=5wwAAAAAMBAJ&printsec=frontcover&source=gbs_slider_thumb&redir_esc=y#v=twopage&q&f=true" target="_blank">An old issue of CIO magazine, July 1994</a>. </div>
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Let us go through the issue together, it is an amazing trip into the various crises, mergers, acquisitions, technologies, buzzwords of our time.</div>
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BAM! Page 1, first dead. The first company cited in the magazine is DEC, which would die only 4 years after this issue and was sold to Compaq. The words “We wanted a global partner to help us set world records in client/server” shows one of the buzzwords in the computing middleage: Not that it’s outdated, because we can hide the C/S model in clouds, middlewares, grids, but it still is a C/S paradigm, no matter how evolved or hidden. The amazing fact is that SAP wanted to set records for C/S. This was the real beginning of the networking era.</div>
<div style="text-align: justify;">
Page 2, a second dead. This time not a company (who can kill IBM?), but an operating evironment. OS/2, advertised in 1994. One year later, the main competitor of OS/2 for the IBM PC platform was no longer Windows 3.1, but Windows 95. We know the story from that point on.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nothing to say about Unisys, on page 4&5. They still are in the business. They never even changed the logo! Even Information Builders on page 7. Fascinating they were relying on technologies that still exist, like Focus Reports. This means having a good eye on who to partner with. EDA/SQL is now part of Sybase.</div>
<div style="text-align: justify;">
Everybody know SAP on page 8&9.</div>
<div style="text-align: justify;">
On page 11 we find Comdisco, a company that had grown at an incredible speed for nearly 20 years but due to many legal problems with IBM, had undergone a huge restructuring and failed only few years after this issue. The leasing company had developed a very intersting services division, which became important after the attacks of 9/11. SunGard, which had already a very structured team, bought the services division for US$825 million, topping the $610 million bid made by Hewlett-Packard. The company emerged from chapter 11 bankruptcy proceedings in August 2002 and is still alive and trying to sell all the assets.</div>
<div style="text-align: justify;">
On page 12&13 we find the big acquisition of last year! [Note: we are in 2010] Sun Microsystems (at that time called simply Sun) sponsoring the 1994 world cup.</div>
<div style="text-align: justify;">
Page 15 shows us BMC software with an intersting title “Control your world from your desktop”. Thinking of Mom Google, today, we can say, how cute… But in the end they are still around, no longer with distributed systems management, but with business management and IT management. But the good thing in big companies is to see them change, isn’t it?</div>
<div style="text-align: justify;">
On page 18 we have a conference agenda. As usual the list of sponsors can give us hints:</div>
<div style="text-align: justify;">
The first is Acxiom, the 2005 <a href="http://www.theitguys.biz/?tqP6jwrC">Big Brother Award</a> nominee for Worst Corporate Invader for a tradition of data brokering. Yet they are still alive.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Amdahl Corporation, founded by the Gene Amdahl of <a href="http://www.theitguys.biz/?U3bhpxpQ">Amdahl’s Law</a> (the law which make multi-processors useless in certain cases), was created in 1970. 9 years later the founder left the company, for a new venture. In 1994, the company was 5 years away from being acquired by Fujitsu. Fascinating thing is that Amdahl was no longer in the company, having created Trilogy systems, which failed around 1989. And then again Amdahl was already in his new venture, Andor International, which in turn in 1994 was 1 year away fom bankruptcy. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Ok, like SAP, everybody knows Computer Associates, with its 4,271 billion $ revenue… :O</div>
<div style="text-align: justify;">
Data General was one of the first minicomputer firms from the late 1960s. Three of the four founders were former employees of Digital Equipment Corporation. Intersting is that DG was way ahead of its time: Data General’s introduction of the Data General-One in 1984 is an interesting story. The DG One was a nine-pound battery-powered MS-DOS machine equipped with dual 3½” diskettes (it’s 1994, the big trend was 5¼” diskettes readable with an external drive), a 79-key full-stroke keyboard, 128K to 512K of RAM, and a monochrome LCD screen capable of either the standard 80×25 characters or full CGA graphics (640×200). Bad choices (ususally the worst choices are the ones ahead of time) brought the company to a huge crisis and in 1999 the Cambridge, MA based EMC took over the company, eliminating the production of the DG computers at first, then selling to a third party the maintainence and spare parts, keeping only the storage solution, which is still sold with its original name, the <a href="http://www.theitguys.biz/?s06Hqmer">CLARiiON</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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EDS stood for Eletronic Data Systems. It was founded by Ross Perot in 1962 in Plano, Texas, inventing something the world had never seen: outsourcing. The company was acquired in 1984 by General Motors, spun off again in 1996 and bought by HP in 2008, becoming HP Enterprise Services.</div>
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Gupta Technologies, LLC was a software development company whose main products were SQLBase, and a RAD called Team Developer aka SQLWindows. SQLWindows was one of the first GUI development tools for Microsoft Windows. The name of the company was changed to Centura Software in the late 1990s. In 2001 the company filed for Chapter 11 Bankruptcy. Some assets were bought by Unify Corp, which makes .NET based development/integration/archiving solutions.</div>
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Informix was one of the steps of the life of Relational Database Systems created in 1980. In 1981 the market was turning to the emerging RDBMS market, and the released Informix. In 1985 the Informix software integrated a SQL-based query language. One year later the company was renamed to Informix Software. The growth of the company pushed to interesting acquisitions in the areas of office systems for both DOS/Unix (SmartWare) and Apple Macintosh (WingZ). The first software was in 1990 the #2 spreadsheet after Excel, while the second, suffering lack of development, was sold in 1995 to Claris, company whch later would become Filemaker Inc. Informix, meanwhile, went on growing, entering markets like OLTP/Datawarehousing in 1994 and later Object-relational Databases (1995). After some huge internal problems between 1996 and 1998, the company retook air in 2000 doing many major acquisitions. Informix’ story ends one year later, when IBM, promped by Informix’s largest customer Wal-Mart, bought the database management part of th company, leaving the rest under the name of “Ascential Sowftware”. The reunion if Informix’s assets under IBM’s protective wing ends in 2005, when even Ascential Software is bougth.</div>
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We all know Intel, so no words on that</div>
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Oh, lotus… Now IBM!</div>
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Picturetel, since 2001 Polycom</div>
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RACAL-DATACOM has a more curious and intercontinental story. Racal was created in 1950 in Isleworth, West London. Yes, UK. in 1979 Racal bought Decca Radar forming Raca-Decca. Racal-Datacom conducted business in the US. in 1983 Racal entered cellular networks with Racal-Telecom. In 1991 Racal Telecom was demerged from Racal creating a company called Vodafone. This can be used as a unit of measure for the Mega-Fail… The rest of the story of this british success goes on until 2000 when the French (oh my god, the French!!) from Thomson acquire the company ending some time later in the Aerospace and Defese company Thales Group.</div>
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The other companies are famous and don’t need a real explanation. </div>
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For some pages we encounter SAS, IBM, HP, the already met ACXIOM.</div>
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A previously ignored company is QMS, they made network printig systems. Amazing the total lack of information about the company, but the presence of drivers for the old printers. Anyway the company is now part od Konica Minolta Global.</div>
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On page 29 we find Tandem, a computer manufacturer, and a comparison between Tandem computers and some HP 9000 series. Fate is cruel: three years after this ad, Tandem was acquired by Compaq, which was acqiured later by the nemesis HP. </div>
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On page 31 we have Fujitsu, acquisitor of Amdahl.</div>
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There was someone missing in the picture. On page 34 we have a good old friend: SCO! Ok, I sincerely don’t understand the status of SCO today, but at that time he story was pretty amazing. The Santa Cruz Operation was a Software Company based in Santa Cruz. They sold a Unix system called Xenix written by the most unsuspectable company: Microsoft. Until 1993 Xenix was used internally at MS. SCO was the first Unix company. In 1993 they started developing a product line called Tarantella. The big problems would have come later, when the Unix division was sold to Caldera, whic then became the new SCO and the previous SCO was to be called the Santa Cruz. After the name switch things went down a steep hill: the legal battles between SCO and Linux, SCO and Novell, SCO and Red Hat, SCO and IBM, SCO and DaimlerChrysler. At the moment, as far as I can understand the situation is very critical.</div>
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Page 41 shows us how a company can grow old even as times change. Exide was founded by W.W. Gibbs in 1888 and was then called Electric Storage Battery Company. In 1900, the company developed a product of greater capacity and less weight for elecric taxicabs. This battery was the first to bear the name Exide, short for “Excellent Oxide”. At the moment Exide Technologies is the world’s second-largest producer of automotive lead acid batteries for automotive and industrial applications.</div>
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Page 49 presents ETI Evolutionary Technologies Inc. If they don’t evolve who does? And indeed they did! Today the company does data integration and Business Intelligence.</div>
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Page 51 presents the company that invented MS SQL Server, Sybase. Around 1994 MS and Sybase had already gone through a troublesome relationship, ending with both companies having a DBMS. Magic of code! </div>
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TI is always TI! <img src="http://www.theitguys.biz/wp-includes/images/smilies/icon_biggrin.gif" /> (page 53)</div>
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Legent, on pages 56&57, was acquired one year later by Computer Associates. </div>
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On page 61 we find Sequent Computer Systems, a computer company that designed and manufactured multiprocessing computer systems. They were among the pioneers in high-performance computing. In 1994 Sequent introduced the Symmetry 5000 series models SE20, SE60 and SE90, which used 66 MHz Pentium CPUs in systems from 2 to 30 processors. In 1996 they released the first of a new series of machines based on NUMA (non-uniform memory access) architecture. IBM then started Project Monterey with Santa Cruz Operation, intending to produce a NUMA-capable standardized Unix running on IA-32, IA-64 and POWER and PowerPC platforms. This project later fell through as both IBM and SCO turned to the Linux market, but is the basis for “the new SCO”‘s SCO v. IBM Linux lawsuit. Sequent was purchased by IBM in 1999.</div>
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Page 69 presents GTE, the largest of the “independent” US telephone companies during the days of the Bell System. GTE’s heritage can be traced to 1918, when three Wisconsin public utility accountants (John F. O’Connell, Sigurd L. Odegard, and John A. Pratt) pooled $33,500 to purchase the Richland Center Telephone Company. One acquisition after the other, the company grew up and in the late 1990s it was a huge multi-national telecommunication company. In 2000 the company merged with Bell Atlantic creating Verizon.</div>
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Page 77 tells us about a modern technology: AS/400 (ok, we use it today, too, but I’m not proud of that). SSA was a huge operator at the times of the ad. It took fate 12 years to have the company acuired by Infor.</div>
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Page 85 presents ROLM, and the company was already rolling downhill. A failed partnership and then acquisition by IBM, the loss of market to Nortel, the resale to Siemens AG. a few years later after this ad nobody would remember the company.</div>
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SoftAudit by Isogon on page 89 was acquired by IBM in 2005, consolidating the offer of software analysis and management applications.</div>
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Another amazing story is the one of Martin Marietta. Martin Marietta Corporation was an American company founded in 1961 through the merger of The Martin Company and American-Marietta Corporation. The Martin Company was an early U.S. aircraft company that now exists as Lockheed Martin. In 1982 Martin Marietta was subject to a hostile takeover bid by the Bendix Corporation. Bendix bought the majority of Martin Marietta shares and in effect owned the company. However, Martin Marietta’s management used the short time separating ownership and control to sell non-core businesses and launch its own hostile takeover of Bendix (known as the Pac-Man defense). The end of this extraordinarily bitter battle saw Martin Marietta survive; Bendix was bought by Allied Corporation and through later mergers and acquisitions is now part of Honeywell International brands. One year after this ad Martin Marietta merged with Lockheed Corporation to form Lockheed Martin, and the last drops of Martin Marietta are separated from the original company just one more year later, when Lockheed Martin splits off Martin Marietta Materials as a separate and independent entity. The company is still alive and working, as is Lockheed Martin.</div>
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Page 95 presents us a company founded in Cupertino, CA, but with a worse ending than the one of Apple. StrataCom was founded by 26 former employees of the failing Packet Technologies, Inc. Paul Baran was an employee and provided a spark of invention at the initiation of the Integrated Packet Exchange (IPX) project.</div>
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A rich collection of inventions were contained in the IPX, and many were provided by the other members of the development team. StrataCom’s implementation of ATM was pre-standard and used 24 byte cells instead of standards-based ATM’s 53 byte cells. However, many of concepts and details found in the ATM set of standards were derived directly from StrataCom’s technology. Two years after the ad on CIO the company was acquired by Cisco Systems forming the core of Cisco’s Multi-Service Switching Business Unit and helping to move Cisco more into the carrier equipment space.</div>
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The next page tells us that fate is funny and it simply takes time but everything converges. D&B Software was the software development part of the consultancy agency D&B giving Business Ingormation Reports. Acquired in 1995 by Geac compute, it was soon divided into two parts. Fate brought a company we already met, Infor, to acquire Geac in 2006, bringing both SSA and into the same infrastructure.</div>
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Curious trip, this voyage into the past. Amazing the connections between the companies and between people inside the various companies. Hope you enjoyed it as much as I did! <img src="http://www.theitguys.biz/wp-includes/images/smilies/icon_biggrin.gif" /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-21274962913694229402014-01-19T10:43:00.001+01:002014-09-10T20:21:43.569+02:00Tre Soldi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://farm8.staticflickr.com/7020/6712361319_886168ea83_n_d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://farm8.staticflickr.com/7020/6712361319_886168ea83_n_d.jpg" /></a></div>
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La settimana passata è andato in onda su Radio3 (Tre Soldi) un documentario sul mondo hacker. E sono molto onorato di dire che oltre ai celebri Carlo Gubitosa (<a href="https://twitter.com/carlogubi" target="_blank">@carlogubi</a>), Michael Schrenk (<a href="https://twitter.com/mgschrenk" target="_blank">@mgschrenk</a>), Alessio Pennasilico aka "Mayhem" (<a href="https://twitter.com/mayhem" target="_blank">@mayhem</a>), Marco Calamari (<a href="http://marcoc.it/">marcoc.it</a>), Arturo Filastò aka "Hellais"(<a href="https://twitter.com/hellais" target="_blank">@hellais</a>), l'amica Elisabetta ha intervistato anche me. Grazie mille! Gli argomenti sono i più vari, ovvero da cosa sono gli hacker oggi, da dove vengono, che cosa fanno, da dove vengono i classici stereotipi sugli hacker. </div>
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Qui trovate la <a href="http://goo.gl/nWgKAT" target="_blank">scheda del <u>documentario</u></a>, qui le puntate: <a href="http://goo.gl/3A5995" target="_blank">1</a>, <a href="http://goo.gl/IA13XQ" target="_blank">2</a>, <a href="http://goo.gl/Mk5B2Z" target="_blank">3</a>, <a href="http://goo.gl/k3sRKi" target="_blank">4</a>. </div>
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Buon ascolto! </div>
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Edit:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Qui le puntate su SoundCloud:</div>
<iframe frameborder="no" height="450" scrolling="no" src="https://w.soundcloud.com/player/?url=https%3A//api.soundcloud.com/playlists/50345540&color=ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false" width="100%"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-28390335484073213482013-12-30T18:25:00.001+01:002014-01-01T13:26:52.918+01:00On the eras of the mind<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/CVC_TNY_01_06_14_580px.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/CVC_TNY_01_06_14_580px.jpg" width="234" /></a></div>
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Days of holiday, days of rest, days of work, days of reflection. And these days I happened to re-examine a thought I recently had on the last years. But let's start from the beginning: Man has always represented life as meta-object: From the divine who wrote the book of human history that represents the small amount of power/control that mankind had on the elements and events, to the theatrical performances within theatrical performances of Shakespeare with the life that is represented as a stage. And today? In this age of relativism and with the lack of strong visions, what is the representation of the world? I believe that the most organic vision is the <a href="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/2013/12/cover-story-all-together-now.html?utm_source=tny&utm_campaign=generalsocial&utm_medium=facebook" target="_blank">first cover of the New Yorker in 2014</a> . Each story can be analyzed and dissected with precision focusing attention on each individual actor. You can say "but it's not true, it's just a coincidence." Well, it happens that in this era of ease of production , some of the most interesting games on the great sagas ( The Godfather , some of the Star Wars ) , are based on the fact that the story is sacred and already told, but it's the details of the secondary characters which are analyzed and experienced by the player. It so happens that Harry Potter fans are asking for the author to go back on the stories of Harry, but analyzing the point of view of another of the protagonists. In politics "solid" parties are weakening, while "fluid" parties become more of a reality, for better or for worse, and with the weaker parties disappears more and more the approach of membership voting while there is an increase in opinion voting. Is it a conscious choice? Maybe not, but it is a part of the spirit of our time. But when does it start? And here we come to what I think is the ideal name of this time. It is the time of Ulysses. Not the Homeric hero, but Joyce's Ulysses, the little heroic story of Leopold Bloom, a John Smith, who lives a normal life and whose stories are told of a day from the points of view of different characters. This is the time of everyday heroes, fighting against the traffic, the queues at the counters, the bureaucracy, the idiocy . This is the time of everyday heroes who have points of view and different histories. This is the time of everyday heroes who lose and who win.</div>
The real challenge today is to get to exploit this difference: exploiting the fact that many of these heroes coming from different paths arrive at the same conclusions, everyone with its own cultural baggage. Reading and understanding this is every day more complex, but this is the challenge of the future for journalism, for those who want to tell stories, for those who want to imagine a new way of doing things. There is no longer unidirectional communication, but the end user is no longer just a "utor", in the Latin sense, which uses passively the information, the tools, but it is an "actor", in the Latin sense, who acts, processes, and creates a vision of a phenomenon and/or a reality.<br />
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Happy 2014Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-31260068807368032922013-12-30T18:24:00.001+01:002013-12-30T18:24:06.252+01:00Sulle ere della mente<a href="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/CVC_TNY_01_06_14_580px.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/CVC_TNY_01_06_14_580px.jpg" width="292" /></a>Giorni di feste, giorni di riposo, giorni di lavoro, giorni di riflessioni. E in questi giorni mi è capitato di ridiscutere della mia visione sull'attualità. Ma partiamo dall'inizio: L'uomo ha sempre rappresentato la vita come meta-oggetto: Dal divino che scrive il libro della storia degli uomini che rappresenta lo scarso potere/controllo che l'uomo aveva sugli elementi e sugli eventi, alle rappresentazioni teatrali nelle rappresentazioni teatrali di Shakespeare con la vita che è un palcoscenico. E oggi? Nell'epoca del relativismo e della mancanza di visioni forti, quale è la rappresentazione del mondo? Credo che la visione più organica la <a href="http://www.newyorker.com/online/blogs/culture/2013/12/cover-story-all-together-now.html?utm_source=tny&utm_campaign=generalsocial&utm_medium=facebook" target="_blank">prima copertina del 2014 del New Yorker</a>. Ogni storia può essere analizzata e dissezionata con precisione mettendo al centro dell'attenzione ogni singolo attore. Mi potete dire "ma non è vero, è solo un caso". Caso vuole che in quest'epoca di facilità di produzione, alcuni dei videogiochi più interessanti sulle grandi saghe (The Godfather, alcuni degli Star Wars), si basano sul fatto che la storia è sacra e già raccontata, ma sono i dettagli dei personaggi secondari che sono analizzati e vissuti dal giocatore. Caso vuole che i fan di Harry Potter stanno chiedendo a gran voce all'autrice di ritornare sulle storie di Harry, ma raccontando il punto di vista di un altro dei protagonisti. Caso vuole che tremano i partiti "solidi", mentre i partiti fluidi diventano sempre più una realtà, nel bene o nel male, e con i partiti che tremano scompare sempre più il voto di appartenenza mentre aumenta il peso del voto di opinione. E' una scelta consapevole? Forse no, ma è una parte dello spirito del nostro tempo. Ma quando inizia? E qui arriviamo a quello che secondo me è il nome ideale di questo tempo. Ovvero il tempo di Ulysses. Non dell'eroe omerico, ma dell'Ulysses di Joyce, ovvero le poco eroiche vicende di Leopold Bloom, un Mario Rossi che vive una vita normale e le cui vicende di una giornata sono raccontate dai punti di vista di diversi personaggi. Il tempo di eroi della quotidianità, che lottano contro il traffico, le code agli sportelli, la burocrazia, l'idiozia. Il tempo di eroi quotidiani che hanno punti di vista e storie diversissime. Il tempo di eroi quotidiani che perdono e che vincono.<br />
La vera sfida oggi è arrivare a valorizzare questa differenza: valorizzare il fatto che molti di questi eroi per strade diverse arrivano alle stesse conclusioni, ognuno con un suo bagaglio culturale. Leggere e capire questo è ogni giorno più complesso, ma è questa la sfida del futuro per il giornalismo, per chi vuole raccontare storie, per chi vuole immaginare un nuovo modo di fare cose. Non esiste più l'unidirezionalità della comunicazione, ma l'utente finale non è più solo un "utor", nel senso latino, che utilizza supinamente le informazioni, gli strumenti, ma è un "actor", nel senso latino, che agisce, elabora, e crea una sua visione di un fenomeno e/o di una realtà.<br />
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Buon 2014Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-15910424564310812112013-10-28T21:08:00.002+01:002013-10-28T21:08:48.726+01:00Second ScreenIl film è un mix di immagini e audio. Ci racconta una storia che rappresenta un mondo. <a href="https://www.facebook.com/fabrizio.capobianco" target="_blank">Fabrizio Capobianco</a> racconta in <a href="http://www.startupitalia.eu/blog/article/future-tv-advertising" target="_blank">questo</a> articolo la sua visione sulle pubblicità sul second screen. Quello che mi chiedo è perchè si debba sempre pensare all'advertising. L'advertising è sicuramente importante, ma proviamo a non pensarci per un momento. Ci torneremo fra poco, perchè alla fine è una parte integrante della vita, ma partiamo senza.<br />
Immaginate una scena di un thriller, e immaginate di vedere il protegonista avvicinarsi al cellulare. Lo prende, fa un numero, e a questo punto, mentre avvicina il cellulare all'orecchio, squilla il vostro smartphone. E voi sentite la telefonata, compresa la comunicazione dall'altra parte, cosa che lo spettatore "standard" non fa. Oppure immaginate una serie tv tipo Sex and the City. Le amiche passano davanti ad un negozio famoso, una delle ragazze guarda il cellulare e scrive unmessaggio. E qui torna l'advertising: sui device compare un messaggio "in tema" con notizie dei nuovi modelli, di quel negozio. E la possibilità di avere più notizie direttamente sul dispositivo. Oppure guardiamo Agents of S.H.I.E.L.D. Sky passa un sacco di tempo al cellulare. Quale migliore occasione per dare delle soddisfazioni agli utenti. Commenti sulle battute di Coulson, commenti off-screen su cose che succedono "altrove", notizie sul Rising Tide... Chi vuole può iscriversi e vivere l'esperienza "aumentata". Ma non aumentata "esternamente" come Lost Experience, ma bensì in modo organico e organizzato.<br />
A mio avviso sarebbe una cosa meravigliosa. E con il giusto mix di strumenti, nemmeno troppo complessa da gestire...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-8483357541911011512013-10-24T21:35:00.003+02:002013-11-04T16:09:08.214+01:00Open Data UmarellsSono di Bologna, quindi tocca spiegare la terza parola del titolo. Umarell è, in base alla definzione, un pensionato che per occupare le giornate si attiva per tenere sotto controllo il territorio. Come tutti i bolognesi sanno, appena qualcuno apre un cantiere per un anche minimo lavoro stradale, gli umarells arrivano a fiotti. Un po' come gli Zombie. Oppure appostandosi giusto fuori l'aeroporto per osservare gli arrivi e le partenze.<br />
Gli umarells sono da un lato un monitoraggio costante delle attività, e dall'altro una garanzia di qualità.<br />
Ecco, per gestire il problema della qualità dei dati pubblicati dalle amministrazioni sarebbe ora di iniziare a promuovere una nuova generazione di umarells. Umarells digitali di qualsiasi età (si, io vivo in attesa della pensione per poter vivere la vera vita da umarell :P ) che danno un feedback alle amministrazioni sottolineando quei feedback con delle valutazioni classiche: "si potrebbe", "ma si può fare meglio", "ai miei tempi".<br />
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Umarells degli Open Data da tutto il mondo uniamoci!!<br />
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I'm from Bologna, so I have to explain the third word in the title. Umarell is, by definition, a retired man or woman who spends the days keeping the territory under control. Like every other Bologna citizen knows, every time the administration opens a roadwork for the smallest thing, the umarells arrive in hoards. Like zombies. Or they go just outside the airport area to watch the planes landing and taking off.<br />
The umarells are, in the end, a monitoring system for the physical activities of the administration and, on the other side, a guarantee for the quality (or at least for the absence of lack thereof). So, to manage the quality of the published data, it would be time to start promoting a new generation of umarells. Digital umarells of any age (yes, I live waiting to retire and to become a real umarell :P) that give a feedback to the administration weighing into those feedbacks with the classics: "you could...", "but you could do it better...", "in my days..."<br />
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Open Data Umarells from all over the world, let us unite!!Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-24229603155019421862013-07-26T08:54:00.002+02:002013-07-26T08:54:34.318+02:00Sugli strumenti liberi per gestire la città [da CodeForAmerica] - On tools for Government [from CodeForAmerica]Bell'articolo su strumenti già disponibili e liberamente utilizzabili per governare il cambiamento. Della città, ma sinceramente in generale, di ogni cosa. In realtà è una ottima selezione di strumenti utili.<br />
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http://codeforamerica.org/2013/07/25/8-power-tools-for-government/<br />
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Good post on already available free and freely usable tools for government. Of anything in fact. Just a good set of tools.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-22590775191317417962013-06-23T16:59:00.004+02:002013-06-23T16:59:44.518+02:00Sulla razionalizzazione irrazionale - On irrational rationalizationLe fusioni di comuni sono in gran voga ultimamente nel nostro paese. Per vari motivi, ovviamente. Da un lato la (scarsa) volontà di razionalizzare le spese, dall'altro la possibilità di avere più peso a livello territoriale. E poi il vantaggio minore, ovvero 2 anni di libertà dal tanto odiato "patto di stabilità" e dei finanziamenti nazionali ed eventualmente regionali su tempi di 10 e 15 anni. Ovviamente l'ordine di importanza per gli amministratori è inverso. L'importante sono i 2 anni di indipendenza dal patto, la possibilità di dar fondo ai soldi bloccati e l'accesso a finanziamenti statali. A questo punto entra in gioco un dubbio cruciale che diventa evidente a tutti coloro che abbiano giocato a Sim City. Cosa succede nel momento stesso in cui si decide di utilizzare un trucco? Che si iniziano a fare spese folli per aumentare gli introiti sul medio-lungo termine, senza considerare gli effetti devastanti di queste scelte. Si decide di fare una grande zona industriale senza considerare il traffico, si decide di distribuire gli uffici senza considerare di nuovo il traffico, si spostano alcune funzioni degli uffici pubblici senza considerare le funzioni aggiuntive. E improvvisamente, finito il tempo di "libertà", il sistema torna a far costare le operazioni il loro costo di base, gli introiti tornano nella norma e il sistema è molto meno reattivo di prima al cambiamento e meno efficace nel risolvere i problemi. Dai problemi pratici di trasporti ai problemi di appartenenza.<br />
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Ad esempio: Sono stati considerati i flussi e i deflussi dei lavoratori dalla zona alla grande città adiacente o fra i comuni della zona? Perchè un lavoratore, ad esempio, che lavori nel punto diametralmente opposto rispetto alla grande città, non potrà permettersi di andare a fare un documento nel comune più lontano della zona senza prendersi diverse ore di permesso. A questo punto le scelte sono tre: 1)Fregarsene, 2)Si migliorano i trasporti pubblici consentendo una andata e ritorno in 30 minuti (come succede in grandi città oltreoceano) ed eventualmente supporto di trasporti anche in orari notturni; 3)si decide di informatizzare i processi (non digitalizzare, informatizzare). E ognuna delle due scelte è profondamente politica e di significato. La prima implica un aumento del traffico verso i vari tipi di uffici (abbiamo delle metriche di presenze di utenza negli uffici?di lunghezza delle code? di tipologia di servizi richiesti?) La seconda implica un aumento degli spostamenti e una migliore aggregazione fra i vari pezzi del comune (e quindi la necessità e la spinta per nuove attività locali). La terza implica un aumento dell'efficienza delle imprese locali ed un aumento del lavoro potenzialmente per il comune. Ognuna delle scelte ha delle implicazioni economiche, che improvvisamente logorano il grosso vantaggio dei finanziamenti e degli anni di libertà dal patto. </div>
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A questo punto mi viene una domanda di fondo: Dove abbiamo lasciato l'urbanistica? Dove abbiamo lasciato il grande piano per il medio-lungo termine? Dove è la Vision per la città o per l'intera area?La risposta tragica è che spesso e volentieri non c'è. <div>
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Città come Palmanova, Ur, Milton Keynes avevano uno scopo. La prima, quello di fornire al comandante delle forze venete eserciti di mercenari, la seconda quello di far percepire l'importanza religiosa del centro al cittadino, la terza, quella di fornire lavoratori alla zona industriale. Quale è lo scopo della città oggi? Il problema è che manca proprio questa comprensione. Finchè non si decide cosa si vuole essere da grandi, non si riuscirà mai a definire una strategia per diventarlo.</div>
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In Italy the fusion of municipalities into macro-areas has been the buzzword for the last years. It has been so for many reasons. On one side, the (weak) will to rationalize the costs, on the other side the possibility to get more weight on regional discussions. And, just on the side, the possibility to avoid the european "stability pact" for two years with some money given by the state and some by the region.Obviously the order is completely reversed for the administrators. The main reason or at least one of the big reasons is the economic possibility to unlock the blocked money and to start spending both locked money and state and regional funds. At this point there is one big objection visible to anyone having played at least once Sim City. What happens when you cheat? You start investing in crazy mid-term projects that will destroy the collected capital in the long term (as soon as the cheat wears off). And suddenly big issues come up, like traffic, location of the municipal offices, public transportation. Lots of small and big problems.</div>
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For example: have the fluxes of workers from and to the nearest big city been considered? Have the fluxes between the cities that are to be fused been considered? Because a worker working on the exact opposite point of the big city could not be able to get a document from the farthes office in the municipal area without taking several hours off work. So the fused municipality has to make a choice: 1) dont' care 2) invest in public transportation 3) invest in informatization. Each of the possibilities has deep political impact and significance. The first means lessening the strings attaching people to the municipalities and not making them feel confortable, while increasing the private traffic towards the various offices in the territory and increasing the roadworks. The second choice means highering the feeling of "greater city" enabling interaction and cohesion between the parts, increasing the effects on local businesses. The third means impacting on local business and industry enabling people and companies to "mash up" the data from the informatized administration (not digitalized) and possibly offering new services. Each of these choices implies economic investment which has to be paid with the money gained with the fusion.</div>
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At this point I have a background question: Where has urban development theory gone? Where are long term strategies? Where is the vision for the city or the area? The terrible answer is that often there is none.</div>
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Cities like Palmanova, Ur, Milton Keynes had an objective. The first one, was a military marketplace for the venetian military leader to buy mercenaries, the second had to have the people feeling the power of the religion, the third had to offer workers to the industrial city. What is today's objective for a city? Until we don't decide what the city has to be in 10 years, there is no way to define a strategy to get there.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-7484667875213726632013-06-23T15:12:00.001+02:002013-06-23T15:12:51.108+02:00Sulla lezione di Google - On the latest Google LessonChiude Google Reader, lo sappiamo tutti. E tutti sono a caccia di un'alternativa. Oggi, a due settimane dalla chiusura definitiva del servizio, Google da una lezione meravigliosa: <a href="http://googlesystem.blogspot.it/2013/06/the-feed-reading-playground-is-now-open.html" target="_blank">"The playground is now open"</a>, ovvero il parco giochi è aperto. Cosa significa? Che Google ha creato uno strumento per coprire un'esigenza e ora, uscendo da quel mercato, lascia spazio a tutte le possibili esistenti e future alternative. Google non offrirà più il servizio, ma ha creato di fatto uno standard qualitativo, una baseline di valutazione, e ha creato una cultura che consente di capire quali sono le funzionalità che gli utenti vogliono poter utilizzare. Il risultato è meraviglioso: Induzione ad innovazione. La PA dovrebbe imparare da questo...<br />
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Google Reader is closing, we all know that. And everybody is looking for an alternative. Today, two weeks before the shutdown of the service, Google gives us a wonderful lesson: <a href="http://googlesystem.blogspot.it/2013/06/the-feed-reading-playground-is-now-open.html" target="_blank">"The playground is now open"</a>. What does it mean? It means Google has created a tool to cover a need and now, getting out of that market, it gives space to all the possible existing and future alternatives. Google will no longer offer the service, but through its tool it created a qualitative baseline and a culture that enables people and companies to understand what they need. The result is amazing: Innovation Induction. Governance should learn from that...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-40472908420308034312013-06-15T21:08:00.002+02:002013-06-15T21:08:38.417+02:00Su InceptionNel bellissimo film Inception lo scopo del gioco è impiantare un pensiero nella mente di una persona con modi a volte opinabili. E' da un po' che molti sanno che sono appassionato del concetto di Code For America e che vorrei importarlo nella nostra ridente terra. Ecco, forse si iniziano a mettere in moto i sassi e inizia a muoversi la valanga... presto notizie...<br />
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In the beautiful movie "Inception", the goal was to implant an idea into the mind of someone. Sometimes the ways were "opinable". For a while now I have been passionate about the Code For America project, willing to transplant it into our country. Well, it looks like some of the stones are starting to move... Soon news...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-32650251594386237932013-06-15T10:00:00.000+02:002013-06-15T13:33:24.283+02:00Sulla gestione del rischioE' da un po' che per motivi vari mi sto dilettando con il divertente argomento della gestione del rischio e del legame fra questo e gli open data. "Ma non è legato agli open data!!". In realtà è profondamente legato, ma scopriremo fra poco perchè.<br />
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Partiamo dall'inizio. Cosa è la gestione dei rischi? </div>
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Da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Enterprise_Risk_Management" target="_blank">Wikipedia</a>:</div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="background-color: white; font-family: sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19.1875px; margin-bottom: 0.5em; margin-top: 0.4em;">
Il concetto di Risk Management comprende l’insieme delle attività mirate a individuare, valutare, gestire e controllare tutti i tipi di eventi (rischi e opportunità). Uno dei metodi per valutare i rischi cui è esposta una società ed i controlli per mitigarli è il Control Risk Self Assessment (CRSA) basato su un approccio auto-diagnostico. I tratti distintivi di questa metodologia sono determinati:</div>
<ul style="background-color: white; font-family: sans-serif; font-size: 13px; line-height: 19.1875px; list-style-image: url(data:image/png; margin: 0.3em 0px 0px 1.6em; padding: 0px;">
<li style="margin-bottom: 0.1em;">da un approccio auto-diagnostico - da parte dei titolari di processo - all’identificazione dei rischi, dei controlli e delle eventuali azioni correttive/preventive, basato su valutazioni soggettive (conoscenze, esperienze, competenze, ecc.);</li>
<li style="margin-bottom: 0.1em;">da una partecipazione attiva dei titolari di processo;</li>
<li style="margin-bottom: 0.1em;">dall’utilizzo di meccanismi di facilitazione (questionari, workshop con facilitatori qualificati) che permettono di guidare e massimizzare i contributi dei soggetti coinvolti.</li>
</ul>
</blockquote>
Bel discorso, ma che significa? Nel paradigma del DoD che amo tantissimo, significa la famosa impresa "di livello 5", ovvero quella che fa auto-analisi dopo le operazioni. Ma cosa significa nel pratico? La cosa qui si fa più complessa, in quanto veramente implica una fase di auto-analisi non dissimile a quanto passa uno psichiatra prima di poter esercitare, in modo da essere libero da influenze interne. E in cosa consiste questa auto-analisi? Diverse teorie sull'argomento, ma quella che personalmente ritengo molto sensata è quella che si basa sulla conoscenza di tutto ciò che è presente all'interno dell'entità che fa questa operazione di Risk Management. Questo significa cercare di avere con massimo dettaglio possibile informazioni su tutti gli asset materiali e immateriali e umani disponibili e le relazioni fra essi. Ovvero sia oggetti (server, switch, router, cavi), che processi (cosa si fa in caso X? come funziona l'operazione Y? cosa implica la legge Z sull'argomento?), che persone (A, con queste esperienze queste conoscenze: 1,2,3, B, con queste esperienze e queste conoscenze:2,5,6,7, C, con queste conoscenze ed esperienze: 1,3,5). In questo modo, capita quale è la struttura delle relazioni fra le entità, e messa nero su bianco, è possibile da un lato capire cosa succede se qualcosa va storto e quantificare eventualmente quanti danni fa. Bisogna ammettere che House ha sempre ragione: il paziente mente sempre, ovvero alcune relazioni che non vengono mai esplicitate devono essere evidenziate e quindi questo processo deve tenerne conto, altrimenti si rischia di valutare in modo scorretto il rischio. Bene in tutto questo discorso cosa c'entrano gli open data? Moltissimo e lo spunto viene da questo interessantissimo keynote dello Skoll World Forum 2013:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/9Bddt8rBgFg?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Gli open data servono esattamente a questo: a gestire il rischio.<br />
La mappa delle indie rubata ai portoghesi e "lberata" dagli olandesi contribuì a diminuire il rischio di viaggio e in quanto tale consentì di abbassare la barriera all'ingresso nel commercio verso le indie, così come oggi un dato come la densità abitativa o il reddito medio a livello di isolato può essere determinante per definire la posizione di negozi o servizi. Che inevitabilmente andranno a modificare a loro volta il dato nel rilevamento successivo. E anche i dati apparentemente di interesse solo giornalistico come la corruzione e la trasparenza sono fondamentali, perchè in un paese più corrotto avrò più difficoltà a stabilire la mia azienda, perchè magari dovrò pagare questa o quella persona. Da quanto si diceva prima esiste anche un altro dato fondamentale e spesso ignorato utilissimo per l'analisi dei rischi, ovvero la formalizzazione dei processi.<br />
Quando ci sono le grandi fusioni, una fase cospicua del tempo di fusione viene preso nell'analisi dei processi delle parti per arrivare a convergere su punti utili ad entrambi in modo da rendere più semplici le comunicazioni ed interrelazioni fra le parti. Con l'amministrazione, conoscendo i processi in tutti i dettagli, posso decidere automaticamente e con certezza quando avviare una richiesta all'ente X, ma non conoscendo la struttura di questi processi, chi ne è il cosiddetto "process owner" e quali sono i prerequisiti, diventa impossibile se non interagendo con l'amministrazione (si, nella direzione opposta al "Government as a Platform") capire come arrivare a risultati prevedibili (sempre che ciò sia possibile). Quando si dice Open Government Data, spesso si intendono solo le spese, le delibere e poco più. Iniziamo a pensare a dati meta-governativi, quindi su come lo stato si gestisce internamente. Quali sono i processi e quali i risultati. Penso che una mappa dello stato che consenta di sapere come viene generato un permesso sarebbe a dir poco affascinante e utile per il cittadino. Se poi nel proprio comune ci fosse un'istanza di questa mappa (per i permessi dati dal comune) con ad ogni passaggio il responsabile, in modo da consentire la comprensione di come è strutturata una richiesta, sarebbe addirittura istruttivo. Qualcuno dirà "beh per la privacy non puoi saperlo". Io però rispondo con il fatto che quando un call-center chiama a casa la persona che chiama si identifica e se si vuole sporgere reclamo lo si può fare citando la persona specifica. Quindi le regole della privacy valgono per il pubblico e non per il privato? Trasparenza e apertura è da un lato mettersi allo stesso livello dei cittadini che non sono sudditi ma contribuenti e dal'altro anche consentire a tutti di capire che rischi prendono quando intraprendono un viaggio nell'amministrazione.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-8889338311987151482013-06-06T23:11:00.002+02:002013-06-06T23:11:59.577+02:00<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="421" marginheight="0" marginwidth="0" mozallowfullscreen="" scrolling="no" src="http://www.slideshare.net/slideshow/embed_code/22564125?rel=0" style="border-width: 1px 1px 0; border: 1px solid #CCC; margin-bottom: 5px;" webkitallowfullscreen="" width="512"> </iframe> <br />
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<strong> <a href="http://www.slideshare.net/sirmmo/djs3-quando-il-dato-non-c" target="_blank" title="DJS3 - Quando il Dato non c'è">DJS3 - Quando il Dato non c'è</a> </strong> from <strong><a href="http://www.slideshare.net/sirmmo" target="_blank">Marco Montanari</a></strong> </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-47068522524668773702013-06-03T17:56:00.001+02:002013-06-03T17:56:36.694+02:00Smart Citizen Kit<a href="http://smartcitizen.me/#smart">http://smartcitizen.me/#smart</a><br />
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e la campagna su kickstarter:<br />
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<a href="http://www.kickstarter.com/projects/acrobotic/the-smart-citizen-kit-crowdsourced-environmental-m">http://www.kickstarter.com/projects/acrobotic/the-smart-citizen-kit-crowdsourced-environmental-m</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-66686072969012619992013-05-22T05:00:00.000+02:002013-05-22T05:00:01.471+02:00Luca Corsato sugli Open Data!!<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="//www.youtube.com/embed/wJfBL8HzYHk" width="459"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-64795807160973444762013-05-21T08:57:00.004+02:002013-05-21T08:57:58.368+02:00Sulla Dashboard della Smart CityVoglio proporvi un sogno ad occhi aperti e poi vedere se si può realizzare insieme. Nella mia città ideale il comune ha di fianco all'ingresso un grande totem informativo. Un totem nel quale sono messe a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni puntuali raccolte in tempo reale dai sistemi informatici. Nati, morti, matrimoni, una mappa con la posizione degli autobus in tempo reale, con segnati i punti di interesse e i musei (eventualmente con un simbolo diverso se aperti o chiusi nel momento in cui l'utente guarda il pannello), i tweet dei cittadini, i tweet della giunta, numero di auto passate per i varchi ZTL (ove presenti), PM10, PM5, PM3.5. E questi dati, rappresentati in modo piacevole e divertente possono essere utilizzati direttamente dai cittadini. Poi, in un pannello secondario che sia anche touch screen, il cittadino può anche esplorare questi dati. E costruirsi la sua personalissima City Dashboard dove raccoglie solo i dati di suo interesse. E quando, come sta succedendo in questo periodo a Bologna, il comune vuole spiegare cose anche "compromettenti", non ha più la necessità di mandare persone su un indirizzo dove dei dati statici sono visualizzati tramite immagini, ma potrebbe consentire ai cittadini di accedere e vedere le metriche delle varie azioni che fa, che impatto hanno, fino al limite del consentire ai cittadini di fare piccole o grandi simulazioni per vedere l'impatto di politiche. Non siamo più nell'epoca delle scelte dall'alto, ma anche l'uomo della strada può avere accesso agli strumenti culturali che gli consentono di comprendere e definire policy. La City Dashboard andrebbe esattamente in quella direzione.<br />
Ma a questo punto la terribile domanda: Come si fa? Fare una dashboard è un'operazione in sè semplice, se cablata su particolari funzionalità. Fare una dashboard "interattiva e complessa" è sicuramente più difficile, ma pur sempre un'operazione di codice. La parte complessa, come al solito, non è la creazione degli strumenti, ma trovare cosa li può alimentare. Da un lato gli Open Data possono essere un punto di inizio, per alimentare i dati più "lenti" o per gestire la parte storica dei dati della città. Dall'altro la città stessa deve dotarsi di API per consentire l'accesso in tempo reale ai dati dei vari settori. Poi ovviamente la API può essere fatta in vari modi. Perchè non diventi un costo deve essere almeno affiancata agli strumenti gestionali interni, ma idealmente dovrebbe essere esposta direttamente da questi, ma su questo argomento ho già ampiamente discusso in altri punti.Il messaggio è: si può fare. Quanto ci vuole? Poco dal punto di vista tecnico, non molto da un punto di vista pratico per partire, ma ci vuole la volontà di farlo.<br />
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<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-50491099722510741672013-05-06T18:15:00.000+02:002013-05-06T18:15:01.135+02:00Sul vedere che le proprie idee non sono del tutto sbagliate...Interessante post sul blog di CodeForAmerica. [<a href="http://codeforamerica.org/2013/04/25/first-steps-with-civic-analytics/">http://codeforamerica.org/2013/04/25/first-steps-with-civic-analytics/</a>]. Sul topic dovrò lavorare a breve, visto che il mio talk su <a href="http://www.slideshare.net/sirmmo/vivacity-smart-city-platform" target="_blank">VivaCity</a> è stato accettato al FOSS4G a settembre... La piattaforma è cambiata molto rispetto alle prime versioni, ma a breve arriveranno più notizie.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0Bologna, Italy44.494887 11.34261630000003244.3136745 11.019892800000031 44.6760995 11.665339800000032tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-66422562880976230812013-05-06T14:28:00.001+02:002013-05-06T14:28:55.730+02:00Sull'uso dei Big Data per riprogrammare la città<a href="http://feedproxy.google.com/~r/geeksAreSexyTechnologyNews/~3/fNJzewfY74I/">Cellphone Records Could Help Redraw Bus Routes</a>: <br />
<img alt="ibmtransportationx299" src="http://i2.wp.com/www.geeksaresexy.net/wp-content/uploads/2013/05/ibmtransportationx299.jpg?resize=299%2C299" /><br />
IBM researchers say they can use cellphone records to plan better bus routes. The claim comes in a entry for a contest to make the best use of cellphone data.<br />
The competition is titled <a href="http://www.d4d.orange.com/home">Data for Development (or D4D)</a> and is run by the Orange cellphone network. It’s published an anonymized dataset covering all calls and text messages involving Orange customers in the Ivory Coast over a four month period. With 2.5 billion records this appears to be the biggest such dataset made publicly available.<br />
Entrants had to write a 250 word description of their research project before getting access to the data. The idea is to find the best use of this data to help “address society development questions in novel ways.” The winners will be announced later this week at a conference at MIT.<br />
The IBM entry takes advantage of the fact that in around 500,000 of the records the data includes the nearest cellphone tower to the person making a call, along with any changes of nearest tower during the call.<br />
IBM used this data to <a href="http://www.technologyreview.com/news/514211/african-bus-routes-redrawn-using-cell-phone-data/">figure out the routes people took while making calls in Abidjan</a>, one of the Ivory Coast’s major cities. This will have covered people on the city’s 5,500 buses, in taxis and in cars. <br />
IBM then cross-referenced this journey data with the existing bus network and traced the likely effects of making 65 changes to the network. It concluded three changes would be most effective: adding two new routes (<em>pictured above in blue</em>) and extending one that’s already used. It said that these three changes would make the average bus journey in Abidjan three times quicker.<br />
The company says that it could come up with more efficient changes if it were able to cross-reference the data with bus timetables. It also says a similar approach could work for finding the best places for electric vehicle stations or developing a bike sharing network.<br />
<img height="1" src="http://feeds.feedburner.com/~r/geeksAreSexyTechnologyNews/~4/fNJzewfY74I" width="1" />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-81573560174762024172013-05-02T08:35:00.001+02:002013-05-02T08:35:07.245+02:00Sul potere dell'open<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="433" src="http://blip.tv/play/g9M1g4eYZgI.x?p=1" width="568"></iframe><embed src="http://blip.tv/api.swf#g9M1g4eYZgI" style="display: none;" type="application/x-shockwave-flash"></embed>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-18417406293130227642013-03-14T19:14:00.000+01:002013-03-14T19:14:37.794+01:00Sull'Open Source nelle scelte dell'amministrazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://radar.oreilly.com/2013/03/github-government-bureaucat-open-source.html/github-social-coding" rel="attachment wp-att-56161" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="github-social-coding" height="200" src="http://s.radar.oreilly.com/wp-files/2/2013/03/github-social-coding.jpg" width="133" /></a></div>
Per chi scrive codice GitHub, insieme a mamma StackOverflow, è il posto dove andare per ogni incertezza su codice o per imparare dagli altri coder in giro per il pianeta.<br />
Di questi giorni l'interessante <a href="http://radar.oreilly.com/2013/03/github-government-bureaucat-open-source.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+oreilly%2Fradar%2Fatom+%28O%27Reilly+Radar%29&utm_content=Google+Reader" target="_blank">articolo sul O'Reilly Radar sul significato di GH oggi come oggi nella governance</a>. Come già in altri punti di questo blog sottolineavo, è una tendenza che è da un lato importante da un punto di vista qualitativo, dall'altro un importante contributo alla trasparenza.<br />
<a href="http://s.radar.oreilly.com/wp-files/2/2013/03/total-gov-github-repositories.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="Total government GitHub repositories" border="0" height="140" src="http://s.radar.oreilly.com/wp-files/2/2013/03/total-gov-github-repositories.jpg" width="200" /></a><br />
Queste le statistiche di crescita del fenomeno: siamo all'alba di una nuova epoca di contributi verso la pubblica amministrazione? I trend di crescita sono quelli tipici da buzzword e da progetto fico e alla moda. Speriamo che tenga.<br />
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Riporto qui sotto la parte più interessante dell'articolo:<br />
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<blockquote class="tr_bq">
“We hope [the datasets on GitHub] will be widely used by open source projects, businesses, or non-profits,” wrote Goldstein. “GitHub also allows an on-going collaboration with editing and improving data, unlike the typical portal technology. Because it’s an open source license, data can be hosted on other services, and we’d also like to see applications that could facilitate easier editing of geographic data by non-technical users.”<br />
Headd is also <a href="https://github.com/PhillyCDO">on GitHub</a> in a professional capacity, where he and his colleagues have been publishing code to a <a href="https://github.com/cityofphiladelphia">City of Philadelphia repository</a>.<br />
“We use [GitHub] to share some of our official city apps,” commented Headd on the same <a href="http://news.ycombinator.com/item?id=5315889">Hacker News thread</a>. “These are usually simple web apps built with tools like Bootstrap and jQuery. We’ll be open sourcing more of these going forward. Not only are we interested in sharing the code for these apps, we’re actively encouraging people to fork, improve and send pull requests.”</blockquote>
Ed ecco il vero punto della questione:<br />
<blockquote class="tr_bq">
A more modest (although still audacious) goal would be to simply change how government IT is done.<br />
“I’ve often said, the hardest part of being a software developer is training yourself to Google the problem first and see if someone else has already solved it,” said Balter during our interview. “I think we’re going to see government begin to learn that lesson, especially as budgets begin to tighten. It’s a relative ‘app store’ of technology solutions just waiting to be used or improved upon. That’s the first step: rather than going out to a contractor and reinventing the wheel each time, it’s training ourselves that we’re part of a larger ecosystem and to look for prior art. On the flip side, it’s about contributing back to that commons once the problem has been solved. It’s about realizing you’re part of a community. We’re quickly approaching a tipping point where it’s going to be easier for government to work together than alone. All this means that a taxpayer’s dollar can go further, do more with less, and ultimately deliver better citizen services.”</blockquote>
Infine, openness come forma di ottimizzazione...<br />
<blockquote class="tr_bq">
I think we’re about to see a big uptick in the amount of open source participation, and not just in the traditional sense. Open source can be between business units within an agency. Often the left hand doesn’t know what the right is doing between agencies. The problems agencies face are not unique. Often the taxpayer is paying to solve the same problem multiple times. Ultimately, in a collaborative commons with the public, we’re working together to make our government better.”</blockquote>
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Insomma a quando i repo delle varie città italiane?Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6062215333464068618.post-90979352092893009052013-03-11T00:06:00.002+01:002013-03-11T00:25:45.486+01:00Sulle catene di librerie in via di estinzione<div style="text-align: justify;">
A Bologna molte librerie locali vengono gradualmente fagocitate dalle catene. Feltrinelli che compra la piccola Rizzoli del pavaglione, MEL che compra Nannucci e poi diventa IBS.it... In questo momento sono a San Francisco. L'ultima volta che sono stato qui è stato 5 anni fa. E c'erano un Borders su Union Square, la piazza più centrale e commerciale della città, e un Barnes and Noble in Fisherman's Wharf, verso la costa che da su Alcatraz oltre a diverse piccole librerie in giro che stavano cercando di sopravvivere. E in soli 5 anni è successo l'irreparabile. Prima l'avvento delle catene ha ucciso molte delle librerie. Poi l'avvento dei libri elettronici ha fatto prima fallire Borders (che ora è stata sostituita da una delle tante catene di negozi di abbigliamento di lusso), mentre B&N è morto solo in centro a SF, per tenere aperto nelle varie periferie. Insomma, una città tra le più importanti al mondo SENZA una libreria centrale... </div>
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<a href="http://cache.gawkerassets.com/assets/images/4/2011/04/medium_169_tryamazon.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://cache.gawkerassets.com/assets/images/4/2011/04/medium_169_tryamazon.jpg" /></a>Di piccole librerie ce ne sono 2-3 ma bisogna sapere esattamente dove andare. La catena di librerie più vicina è a 15 km dal centro. Raggiungibile si, con i mezzi pubblici... ma non è in centro. E la colpa è stata data pesantemente ai libri digitalie e alla consegna a domicilio di amazon... Secondo me il problema va molto più a fondo di così, ma non è argomento di oggi... </div>
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Vado a godermi il sole di un pomeriggio primaverile nella Fog City (che, sia chiaro, non amo come città, ma ha una temperatura più che accettabile al momento [20° circa] e questo fa sì che le perdoni molti degli aspetti che non mi piacciono [barboni, sporcizia, ...])</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18035574992188491448noreply@blogger.com0