martedì 21 maggio 2013

Sulla Dashboard della Smart City

Voglio proporvi un sogno ad occhi aperti e poi vedere se si può realizzare insieme. Nella mia città ideale il comune ha di fianco all'ingresso un grande totem informativo. Un totem nel quale sono messe a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni puntuali raccolte in tempo reale dai sistemi informatici. Nati, morti, matrimoni, una mappa con la posizione degli autobus in tempo reale, con segnati i punti di interesse e i musei (eventualmente con un simbolo diverso se aperti o chiusi nel momento in cui l'utente guarda il pannello), i tweet dei cittadini, i tweet della giunta, numero di auto passate per i varchi ZTL (ove presenti), PM10, PM5, PM3.5. E questi dati, rappresentati in modo piacevole e divertente possono essere utilizzati direttamente dai cittadini. Poi, in un pannello secondario che sia anche touch screen, il cittadino può anche esplorare questi dati. E costruirsi la sua personalissima City Dashboard dove raccoglie solo i dati di suo interesse. E quando, come sta succedendo in questo periodo a Bologna, il comune vuole spiegare cose anche "compromettenti", non ha più la necessità di mandare persone su un indirizzo dove dei dati statici sono visualizzati tramite immagini, ma potrebbe consentire ai cittadini di accedere e vedere le metriche delle varie azioni che fa, che impatto hanno, fino al limite del consentire ai cittadini di fare piccole o grandi simulazioni per vedere l'impatto di politiche. Non siamo più nell'epoca delle scelte dall'alto, ma anche l'uomo della strada può avere accesso agli strumenti culturali che gli consentono di comprendere e definire policy. La City Dashboard andrebbe esattamente in quella direzione.
Ma a questo punto la terribile domanda: Come si fa? Fare una dashboard è un'operazione in sè semplice, se cablata su particolari funzionalità. Fare una dashboard "interattiva e complessa" è sicuramente più difficile, ma pur sempre un'operazione di codice. La parte complessa, come al solito, non è la creazione degli strumenti, ma trovare cosa li può alimentare. Da un lato gli Open Data possono essere un punto di inizio, per alimentare i dati più "lenti" o per gestire la parte storica dei dati della città. Dall'altro la città stessa deve dotarsi di API per consentire l'accesso in tempo reale ai dati dei vari settori. Poi ovviamente la API può essere fatta in vari modi. Perchè non diventi un costo deve essere almeno affiancata agli strumenti gestionali interni, ma idealmente dovrebbe essere esposta direttamente da questi, ma su questo argomento ho già ampiamente discusso in altri punti.Il messaggio è: si può fare. Quanto ci vuole? Poco dal punto di vista tecnico, non molto da un punto di vista pratico per partire, ma ci vuole la volontà di farlo.


lunedì 6 maggio 2013

Sul vedere che le proprie idee non sono del tutto sbagliate...

Interessante post sul blog di CodeForAmerica. [http://codeforamerica.org/2013/04/25/first-steps-with-civic-analytics/]. Sul topic dovrò lavorare a breve, visto che il mio talk su VivaCity è stato accettato al FOSS4G a settembre... La piattaforma è cambiata molto rispetto alle prime versioni, ma a breve arriveranno più notizie.

Sull'uso dei Big Data per riprogrammare la città

Cellphone Records Could Help Redraw Bus Routes:
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IBM researchers say they can use cellphone records to plan better bus routes. The claim comes in a entry for a contest to make the best use of cellphone data.
The competition is titled Data for Development (or D4D) and is run by the Orange cellphone network. It’s published an anonymized dataset covering all calls and text messages involving Orange customers in the Ivory Coast over a four month period. With 2.5 billion records this appears to be the biggest such dataset made publicly available.
Entrants had to write a 250 word description of their research project before getting access to the data. The idea is to find the best use of this data to help “address society development questions in novel ways.” The winners will be announced later this week at a conference at MIT.
The IBM entry takes advantage of the fact that in around 500,000 of the records the data includes the nearest cellphone tower to the person making a call, along with any changes of nearest tower during the call.
IBM used this data to figure out the routes people took while making calls in Abidjan, one of the Ivory Coast’s major cities. This will have covered people on the city’s 5,500 buses, in taxis and in cars.
IBM then cross-referenced this journey data with the existing bus network and traced the likely effects of making 65 changes to the network. It concluded three changes would be most effective: adding two new routes (pictured above in blue) and extending one that’s already used. It said that these three changes would make the average bus journey in Abidjan three times quicker.
The company says that it could come up with more efficient changes if it were able to cross-reference the data with bus timetables. It also says a similar approach could work for finding the best places for electric vehicle stations or developing a bike sharing network.