domenica 23 giugno 2013

Sulla razionalizzazione irrazionale - On irrational rationalization

Le fusioni di comuni sono in gran voga ultimamente nel nostro paese. Per vari motivi, ovviamente. Da un lato la (scarsa) volontà di razionalizzare le spese, dall'altro la possibilità di avere più peso a livello territoriale. E poi il vantaggio minore, ovvero 2 anni di libertà dal tanto odiato "patto di stabilità" e dei finanziamenti nazionali ed eventualmente regionali su tempi di 10 e 15 anni. Ovviamente l'ordine di importanza per gli amministratori è inverso. L'importante sono i 2 anni di indipendenza dal patto, la possibilità di dar fondo ai soldi bloccati e l'accesso a finanziamenti statali. A questo punto entra in gioco un dubbio cruciale che diventa evidente a tutti coloro che abbiano giocato a Sim City. Cosa succede nel momento stesso in cui si decide di utilizzare un trucco? Che si iniziano a fare spese folli per aumentare gli introiti sul medio-lungo termine, senza considerare gli effetti devastanti di queste scelte. Si decide di fare una grande zona industriale senza considerare il traffico, si decide di distribuire gli uffici senza considerare di nuovo il traffico, si spostano alcune funzioni degli uffici pubblici senza considerare le funzioni aggiuntive. E improvvisamente, finito il tempo di "libertà", il sistema torna a far costare le operazioni il loro costo di base, gli introiti tornano nella norma e il sistema è molto meno reattivo di prima al cambiamento e meno efficace nel risolvere i problemi. Dai problemi pratici di trasporti ai problemi di appartenenza.
Ad esempio: Sono stati considerati i flussi e i deflussi dei lavoratori dalla zona alla grande città adiacente o fra i comuni della zona? Perchè un lavoratore, ad esempio, che lavori nel punto diametralmente opposto rispetto alla grande città, non potrà permettersi di andare a fare un documento nel comune più lontano della zona senza prendersi diverse ore di permesso. A questo punto le scelte sono tre: 1)Fregarsene, 2)Si migliorano i  trasporti pubblici consentendo una andata e ritorno in 30 minuti (come succede in grandi città oltreoceano) ed eventualmente supporto di trasporti anche in orari notturni; 3)si decide di informatizzare i processi (non digitalizzare, informatizzare). E ognuna delle due scelte è profondamente politica e di significato. La prima implica un aumento del traffico verso i vari tipi di uffici (abbiamo delle metriche di presenze di utenza negli uffici?di lunghezza delle code? di tipologia di servizi richiesti?) La seconda implica un aumento degli spostamenti e una migliore aggregazione fra i vari pezzi del comune (e quindi la necessità e la spinta per nuove attività locali). La terza implica un aumento dell'efficienza delle imprese locali ed un aumento del lavoro potenzialmente per il comune. Ognuna delle scelte ha delle implicazioni economiche, che improvvisamente logorano il grosso vantaggio dei finanziamenti e degli anni di libertà dal patto. 
A questo punto mi viene una domanda di fondo: Dove abbiamo lasciato l'urbanistica? Dove abbiamo lasciato il grande piano per il medio-lungo termine? Dove è la Vision per la città o per l'intera area?La risposta tragica è che spesso e volentieri non c'è. 
Città come Palmanova, Ur, Milton Keynes avevano uno scopo. La prima, quello di fornire al comandante delle forze venete eserciti di mercenari, la seconda quello di far percepire l'importanza religiosa del centro al cittadino, la terza, quella di fornire lavoratori alla zona industriale. Quale è lo scopo della città oggi? Il problema è che manca proprio questa comprensione. Finchè non si decide cosa si vuole essere da grandi, non si riuscirà mai a definire una strategia per diventarlo.

In Italy the fusion of municipalities into macro-areas has been the buzzword for the last years. It has been so for many reasons. On one side, the (weak) will to rationalize the costs, on the other side the possibility to get more weight on regional discussions. And, just on the side, the possibility to avoid the european "stability pact" for two years with some money given by the state and some by the region.Obviously the order is completely reversed for the administrators. The main reason or at least one of the big reasons is the economic possibility to unlock the blocked money and to start spending both locked money and state and regional funds. At this point there is one big objection visible to anyone having played at least once Sim City. What happens when you cheat? You start investing in crazy mid-term projects that will destroy the collected capital in the long term (as soon as the cheat wears off). And suddenly big issues come up, like traffic, location of the municipal offices, public transportation. Lots of small and big problems.
For example: have the fluxes of workers from and to the nearest big city been considered? Have the fluxes between the cities that are to be fused been considered? Because a worker working on the exact opposite point of the big city could not be able to get a document from the farthes office in the municipal area without taking several hours off work. So the fused municipality has to make a choice: 1) dont' care 2) invest in public transportation 3) invest in informatization. Each of the possibilities has deep political impact and significance. The first means lessening the strings attaching people to the municipalities and not making them feel confortable, while increasing the private traffic towards the various offices in the territory and increasing the roadworks. The second choice means highering the feeling of "greater city" enabling interaction and cohesion between the parts, increasing the effects on local businesses. The third means impacting on local business and industry enabling people and companies to "mash up" the data from the informatized administration (not digitalized) and possibly offering new services. Each of these choices implies economic investment which has to be paid with the money gained with the fusion.
At this point I have a background question: Where has urban development theory gone? Where are long term strategies? Where is the vision for the city or the area? The terrible answer is that often there is none.
Cities like Palmanova, Ur, Milton Keynes had an objective. The first one, was a military marketplace for the venetian military leader to buy mercenaries, the second had to have the people feeling the power of the religion, the third had to offer workers to the industrial city. What is today's objective for a city? Until we don't decide what the city has to be in 10 years, there is no way to define a strategy to get there.

Sulla lezione di Google - On the latest Google Lesson

Chiude Google Reader, lo sappiamo tutti. E tutti sono a caccia di un'alternativa. Oggi, a due settimane dalla chiusura definitiva del servizio, Google da una lezione meravigliosa: "The playground is now open", ovvero il parco giochi è aperto. Cosa significa? Che Google ha creato uno strumento per coprire un'esigenza e ora, uscendo da quel mercato, lascia spazio a tutte le possibili esistenti e future alternative. Google non offrirà più il servizio, ma ha creato di fatto uno standard qualitativo, una baseline di valutazione, e ha creato una cultura che consente di capire quali sono le funzionalità che gli utenti vogliono poter utilizzare. Il risultato è meraviglioso: Induzione ad innovazione. La PA dovrebbe imparare da questo...

Google Reader is closing, we all know that. And everybody is looking for an alternative. Today, two weeks before the shutdown of the service, Google gives us a wonderful lesson:  "The playground is now open". What does it mean? It means Google has created a tool to cover a need and now, getting out of that market, it gives space to all the possible existing and future alternatives. Google will no longer offer the service, but through its tool it created a qualitative baseline and a culture that enables people and companies to understand what they need. The result is amazing: Innovation Induction. Governance should learn from that...

sabato 15 giugno 2013

Su Inception

Nel bellissimo film Inception lo scopo del gioco è impiantare un pensiero nella mente di una persona con modi a volte opinabili. E' da un po' che molti sanno che sono appassionato del concetto di Code For America e che vorrei importarlo nella nostra ridente terra. Ecco, forse si iniziano a mettere in moto i sassi e inizia a muoversi la valanga... presto notizie...

In the beautiful movie "Inception", the goal was to implant an idea into the mind of someone. Sometimes the ways were "opinable". For a while now I have been passionate about the Code For America project, willing to transplant it into our country. Well, it looks like some of the stones are starting to move... Soon news...

Sulla gestione del rischio

E' da un po' che per motivi vari mi sto dilettando con il divertente argomento della gestione del rischio e del legame fra questo e gli open data. "Ma  non è legato agli open data!!". In realtà è profondamente legato, ma scopriremo fra poco perchè.
Partiamo dall'inizio. Cosa è la gestione dei rischi? 
Il concetto di Risk Management comprende l’insieme delle attività mirate a individuare, valutare, gestire e controllare tutti i tipi di eventi (rischi e opportunità). Uno dei metodi per valutare i rischi cui è esposta una società ed i controlli per mitigarli è il Control Risk Self Assessment (CRSA) basato su un approccio auto-diagnostico. I tratti distintivi di questa metodologia sono determinati:
  • da un approccio auto-diagnostico - da parte dei titolari di processo - all’identificazione dei rischi, dei controlli e delle eventuali azioni correttive/preventive, basato su valutazioni soggettive (conoscenze, esperienze, competenze, ecc.);
  • da una partecipazione attiva dei titolari di processo;
  • dall’utilizzo di meccanismi di facilitazione (questionari, workshop con facilitatori qualificati) che permettono di guidare e massimizzare i contributi dei soggetti coinvolti.
Bel discorso, ma che significa?  Nel paradigma del DoD che amo tantissimo, significa la famosa impresa "di livello 5", ovvero quella che fa auto-analisi dopo le operazioni. Ma cosa significa nel pratico? La cosa qui si fa più complessa, in quanto veramente implica una fase di auto-analisi non dissimile a quanto passa uno psichiatra prima di poter esercitare, in modo da essere libero da influenze interne. E in cosa consiste questa auto-analisi? Diverse teorie sull'argomento, ma quella che personalmente ritengo molto sensata è quella che si basa sulla conoscenza di tutto ciò che è presente all'interno dell'entità che fa questa operazione di Risk Management. Questo significa cercare di avere con massimo dettaglio possibile informazioni su tutti gli asset materiali e immateriali e umani disponibili e le relazioni fra essi. Ovvero sia oggetti (server, switch, router, cavi), che processi (cosa si fa in caso X? come funziona l'operazione Y? cosa implica la legge Z sull'argomento?), che persone (A, con queste esperienze queste conoscenze: 1,2,3, B, con queste esperienze e queste conoscenze:2,5,6,7, C, con queste conoscenze ed esperienze: 1,3,5). In questo modo, capita quale è la struttura delle relazioni fra le entità, e messa nero su bianco, è possibile da un lato capire cosa succede se qualcosa va storto e quantificare eventualmente quanti danni fa. Bisogna ammettere che House ha sempre ragione: il paziente mente sempre, ovvero alcune relazioni che non vengono mai esplicitate devono essere evidenziate e quindi questo processo deve tenerne conto, altrimenti si rischia di valutare in modo scorretto il rischio. Bene in tutto questo discorso cosa c'entrano gli open data? Moltissimo e lo spunto viene da questo interessantissimo keynote dello Skoll World Forum 2013:


Gli open data servono esattamente a questo: a gestire il rischio.
La mappa delle indie rubata ai portoghesi e "lberata" dagli olandesi contribuì a diminuire il rischio di viaggio e in quanto tale consentì di abbassare la barriera all'ingresso nel commercio verso le indie, così come oggi un dato come la densità abitativa o il reddito medio a livello di isolato può essere determinante per definire la posizione di negozi o servizi. Che inevitabilmente andranno a modificare a loro volta il dato nel rilevamento successivo. E anche i dati apparentemente di interesse solo giornalistico come la corruzione e la trasparenza sono fondamentali, perchè in un paese più corrotto avrò più difficoltà a stabilire la mia azienda, perchè magari dovrò pagare questa o quella persona. Da quanto si diceva prima esiste anche un altro dato fondamentale e spesso ignorato utilissimo per l'analisi dei rischi, ovvero la formalizzazione dei processi.
Quando ci sono le grandi fusioni, una fase cospicua del tempo di fusione viene preso nell'analisi dei processi delle parti per arrivare a convergere su punti utili ad entrambi in modo da rendere più semplici le comunicazioni ed interrelazioni fra le parti. Con l'amministrazione, conoscendo i processi in tutti i dettagli, posso decidere automaticamente e con certezza quando avviare una richiesta all'ente X, ma non conoscendo la struttura di questi processi, chi ne è il cosiddetto "process owner" e quali sono i prerequisiti, diventa impossibile se non interagendo con l'amministrazione (si, nella direzione opposta al "Government as a Platform") capire come arrivare a risultati prevedibili (sempre che ciò sia possibile). Quando si dice Open Government Data, spesso si intendono solo le spese, le delibere e poco più. Iniziamo a pensare a dati meta-governativi, quindi su come lo stato si gestisce internamente. Quali sono i processi e quali i risultati. Penso che una mappa dello stato che consenta di sapere come viene generato un permesso sarebbe a dir poco affascinante e utile per il cittadino. Se poi nel proprio comune ci fosse un'istanza di questa mappa (per i permessi dati dal comune) con ad ogni passaggio il responsabile, in modo da consentire la comprensione di come è strutturata una richiesta, sarebbe addirittura istruttivo. Qualcuno dirà "beh per la privacy non puoi saperlo". Io però rispondo con il fatto che quando un call-center chiama a casa la persona che chiama si identifica e se si vuole sporgere reclamo lo si può fare citando la persona specifica. Quindi le regole della privacy valgono per il pubblico e non per il privato? Trasparenza e apertura è da un lato mettersi allo stesso livello dei cittadini che non sono sudditi ma contribuenti e dal'altro anche consentire a tutti di capire che rischi prendono quando intraprendono un viaggio nell'amministrazione.