giovedì 20 agosto 2009

Brevi notizie da fuori casa

Sono scomparso per un paio di giorni, vi scrivo da Colonia, dove ho seguito il GDC. Ma non è questa la notizia interessante, per noi amici di dell'attivismo hacker: anche il sindaco di san francisco ha deciso di rendere pubblici i flussi di dati provenienti dai vari uffici del comune. Tutti questi sono raccolti all'indirizzo www.datasf.org/. A presto per un nuovo articolo fattivo ;)

giovedì 6 agosto 2009

Notizie varie

Da oggi i post di questo blog (che forse vedete come note su facebook) vengono raccolti insieme a post di amici e fan della questione del social hacking all'indirizzo http://www.citizennerd.net/blogs. Presto sarà anche disponibile una wiki all'indirizzo http://www.citizennerd.net/wiki sulla quale si potrà lavorare alla definizione delle strutture per la creazione dei vari progetti software. L'hosting è in mano a tophost, ma se per caso il traffico risultasse essere eccessivo si potrà portare da qualche parte (più che una info è una speranza :P). Intanto vi segnalo anche l'account su twitter sul quale verranno pubblicati sia i link agli articoli che notizie varie: http://www.twitter.com/citizennerd .

Nel frattempo osservo con piacere questo progetto: http://www.london2026.com/Streetview-Wiki/ una wiki geografica basata sulla visualizzaizione offerta da Google StreetView. Ora immaginate questa unita ad un sistema intelligente per segnalare i problemi da palmari e cellulari vari. Le potenzialità sarebbero illimitate... (e gratuite)

venerdì 31 luglio 2009

Step 3: The governent as a broker

Un governo locale non può che guadagnare dall'aumento delle relazioni tra i commercianti. Questo nuovo post cerca proprio di studiare come si può andare a offrire alle aziende e ai commercianti modi nuovi per interagire e creare fatturato.
Spesso e volentieri è più facile cercare on-line se un certo servizio è a disposizione da qualche parte del mondo rispetto alla possibilità di trovarlo vicino a casa. Però un servizio, soprattutto se legato a produzioni reali, implica non solo costi di trasporto, ma anche costi ambientali per il fatto che una certa risorsa debba esser etrasportata fisicamente da A a B. Quindi uno strumento che aiuti a collegare cose vicine permetterebbe di favorire il grande ideale del km-0. Inoltre l'aumento di circolazione interna di denaro genera direttamente dei vantaggi socio-economici a livello locale che, parlando di vil pecunia, si trasformano per l'amministrazione quasi direttamente in introiti fiscali.
A questo punto quello che viene in mente è come fare un servizio del genere? Proverei a partire da un caso pratico e vedere cosa si poteva fare meglio o diversamente. Il caso è quello dihttp://www.shoppingcastelmaggiore.it/.
Partiamo dall'idea di fondo, che voleva essere un sito con almeno uno spazio per ogni negozio e link ai vari servizi offerti dai negozi. Un'idea del genere, se ben sfruttata, può diventare un vero trampolino di lancio per due tendenze: una tendenza che vede l'ente pubblico come promotore di processi positivi di sviluppo economico non legato alla fisica presenza del negozio, dall'altra l'informatizzazione almeno parziale di tante piccole realtà locali che per natura non sarebbero informatizzate ne' informatizzabili. Non voglio arrivare a dire che sarebbe possibile iniziare a pensare a collaborazioni comune-coop per dare funzionalità web2.0 al supermercato (tipo ordinazione on-line e ritiro in loco senza fila).
Quindi cosa deve offrire un sito del genere? funzionalità innanzitutto di SEO (search engine optimization) valide, in modo da favorire il reperimento di informazioni da parte di Google, Bing e gli altri motori di ricerca, funzionalità di social network, che da un lato permettono di creare rete attorno al sito (come miele con le api) e dall'altro si sfrutta l'effetto virale intrinseco delle reti sociali per sponsoizzarlo. Inoltre diventa possibile, discutendone con altri enti presenti sul territorio (CNA, ASCOM), la creazione di una infrastruttura per aiutare le piccole imprese e i negozi ad entrare in rete senza troppi costi inizali e con consulenze adatte.
Che pro, che vantaggi e che sviluppi avrebbe un'idea come questa?
Dalla parte dei negozianti una infrastruttura seria e ben costruita permette di aggiungere senza modificare nulla la possibilità di vendita on-line tramite sia siti-istituzione quali e-bay e simili che anche un negozio "specializzato" per il comune. In secondo luogo i commercianti hanno la possibilità di tracciare molte operazioni e decidere come ottimizzare i propri prodotti e le proprie vendite (una buona campagna di marketing on-line permette di migliorare le condizioni anche di un negozio fisico). Inoltre per l'ente che offra questa struttura, inziano a fluire informazioni su interessi di utenti, acquisti, modalità di pagamento e tanti altri, tutti dati che fondano un buon sistema di Business Intelligence e quindi (per terze parti) sia informazioni "di valore" che informazioni che permettano, di nuovo, di ottimizzare le varie imprese.
Per il comune questo cosa porta, invece? Innanzitutto una visibilità maggiore rispetto al normale sito comunale puramente informativo. Inoltre maggiori contatti con le imprese e i commercianti. Infine, un sistema del genere permette anche la creazione di nuovi posti di lavoro, in quanto si può iniziare a pensare a servizi di consegna a domicilio di prodotti e di raccolta della spesa. Ovviamente anche queste nuove imprese potrebbero usufruire dei servizi disponibili in un meraviglioso circolo virtuoso che permette di ottimizzarsi su aree diverse e trasformare la concorrenza "normale" in una collaborazione tra aziende diverse.
Quanto costa tutto questo? in realtà, di nuovo, pochissimo: il software open source e il solito team di hacker costano forse due hack-day (ovvero due rinfreschi e un salone), l'infrastruttura hardware, chiedendo opportune sponsorizzazioni direi quasi nulla. Nel caso in cui mancassero le sponsorizzazioni, con un migliaio di € si ha già una struttura interessante ed espandibile nel caso in cui in futuro si decidesse di continuare il progetto...
Ah, ovviamente una caratteristica interessante di tutto questo è anche che gli hacker inevitabilmente iniziano a parlare tra loro e iniziano a pensare a sfruttare economicamente le varie piattaforme, in modo da riuscire comunque a trovare vantaggi economici, che alla fine vanno comunque a migliorare gli introiti fiscali del comune e le persone (gli hacker) sono felici di fare qualcosa di nuovo, utlie e che piace. Questo, a sua volta genera una quantità abnorme di applicazioni su AppStore, Marketplace, Blackberrystore e quindi nuovi introiti. Questi fanno crescere piccole aziende di informatica e richiamano quindi nuovi cittadini dall'alta scolarizzazione, che possono contribuire in modo molto attivo alla crescita del paese, ecc...
Oppure sono io molto utopista?

lunedì 13 luglio 2009

Step 2a: anatomy of the hacker mind

Mi si conceda una digressione etico-morale, ma mi è venuto in mente sentendo recenti castronerie televisive che gli italiani non hanno mai ricevuto la definizione sensata della parola "hacker".
L'hacker non è l'essere malvagio che attacca il computer della CIA, nonostante questo sia quello che i giornali vogliono farci credere. L'hacker è il programmatore che più per passione che per consocenze o scopi reali si mette a fare programmini per se o per altri. Gli hacker sono tanti e nascosti nelle comunità (vanno dal tecnico informatico della scuola di paese all'ex ferroviere pensionato al cuoco con la passione per i videogiochi educativi). Sarebbe a vantaggio di tutti se questi hacker si mettessero in comunicazione tra loro e a loro volta con gli enti locali, poichè sarebbero un utilissimo strumento per gestire e chiedere informazioni o consentire loro di prendere parte in decisioni che possano far parte del loro ambito applicativo (come fare il sito del comune, su cosa puntare per migliorare l'efficienza comunicativa e, perchè no, creare una specie di squadra per interventi informatici rapidi e a basso costo in ambito comunale).
La cosa divertente è che non servono soldi, incentivi fiscali, cose materiali per convincere gli hacker e i nerd a collaborare e fare insieme qualcosa di interessante. Basta, come hanno capito oramai quasi ovunque, dire "gente, qui c'è dello spazio, vi offriamo del cibo e voi potete scrivere codice nei prossimi X giorni. Questo mese l'argomento è Y". E se la cosa è ben organizzata, si inizia a generare un effetto positivo che va a richiamare nuovi hacker, e si inizia a organizzare anche piccole conferenze attorno al guru di un dato argomento (ma questo processo è abbastanza naturale ed evolutivo). Non appena la cosa ha una dimensione decente, iniziano anche ad arrivare gli sponsor, dai negozi di informatica alle agenzie di software alle piccole startup della zona.
Spero sia chiaro: per comprarci ci vuole davvero poco... ;)

sabato 11 luglio 2009

Step 2: Geolocating the problems

Siamo nel nostro paese di 20.000 persone che ha applicato con successo il passo 1: gente che si iscrive in comune per condiidere la propria rete wifi, server radius che regge il carico, iniziano ad aggregarsi nel progetto comuni limitrofi, ecc. Di certo non possiamo far morire qui il progetto lasciando ai cittadini solo uno strumento per accedere alle mail da tutta la città (ok, sarebbe già un passo avanti senza precedenti). Allora come possiamo trasformare un progetto di questo tipo in un progetto che possa essere davvero sensato per il comune? Come nel post introduttivo, può avere senso a mio avviso questo caso d'uso: Un utente passeggia o è in macchina in giro per la città e nota u problema. Tramite la rete Wifi o il GPS integrato nel cellulare, netbook, palmare, iphone è possibile dare una posizione più o meno precisa (raggio 10 metri massimo) del problema, e quindi è possibile inviare l'informazione al comune.
Da un punto di vista pratico sarebbe possibile sfruttare il già esistente SeeClickFix oppure creare una soluzione nuova basata non su Google Maps ma su OpenStreetMaps, in modo da essere open-source. La cosa interessante è che non dipende da chi scrive, il comune destinatario del messaggio, ma dall'area che questo comune osserva.
Ora, SCF ha dei problemi dati dal fatto che i messaggi che vengono salvati non sono categorizzati, cosa che sarebbe molto utile per riuscire a gestire, da parte di un comune, l'ottimizzazione dei movimenti di messa a punto. Infatti supponendo una categorizzazione, si potrebbe facilemte sapere solo quali strade sono dissestate e quindi in base a dati su traffico e ottimizzazione (fatta con normali algoritmi di ricerca operativa) si può pensare a risolvere i problemi senza sprecare troppo combustibile perchè si fa il giro ottimizzato per la soluzione. Stessa cosa dicasi per l'illuminazione pubblica.
Inoltre, tramite le applicazioni distribuite, è possibile per il comune dare informazioni a cittadini che magari possono non sapere come muoversi (perchè non locali) in caso di lavori stradali. Questo proprio tramite i client sui vari dispositivi. Quindi quando un utente entra nel territorio del paese, il client rileva la sua posizione spaziale e all'utente arrivano le indicazioni di come muoversi per evitare troppi intralci o per facilitare il transito.
Come la volta scorsa, nell'ultimo pezzo parliamo di soldi. Supponendo di voler fare una soluzione totalmente propria per ottimizzare le segnalazioni e permettere comunicazioni bidirezionali fra utenti e enti (pubblici e privati) è possibile innanzitutto creare un buon business model che unisca una offerta gratuita ad enti pubblici e permetta di ottenere guadagni da enti privati che vogliano usufruire del prodtto all'interno di proprie strutture (immaginate una guida grafica che vi permetta di andare da un'aula ad un'altra ad Ingegneria a Bologna o in IBM Boston o un sistema che permetta di darvi il benvenuto quando entrate in un palazzo dove dovrete tragicamente attendere molto a lungo). Nel caso questo buon business model fosse impossibile da praticare e nessuno voglia dare anche il minimo contributo ad un'idea buona, è sempre possibile basarsi sul fatto che gli hacker sono hacker e con un minimo di sponsorizzazioni comunali che dimostrino apprezzamento per la loro attività sarebbero disposti a lavorare per il bene comune (alla fine il mondo open-source ha un senso...)
Prossimo step: Essere da traino per il commercio

mercoledì 8 luglio 2009

Step 1: Civic WiFi

Immaginate di poter usufruire all'interno della vostra città di una rete wireless per tutti i cittadini, gratuita, disponibile. Ovviamente per una cosa del genere servono soldi. Davvero? Pensando un attimo, la soluzione diventa ovvia: se tutti i cittadini dotati di ADSL la condividessero con un piccolo contributo comunale, si potrebbe facilmente arrivare ad avere una rete WIFI disponibile in ogni punto di un paese, ancor più per una città di medie dimensioni.
A questo punto occorre fare un rapido excursus sulla legge italiana riguardo al WiFi, ovvero una buffa regola che prevede che chiunque si connetta ad una rete debba essere identificabile. Questo elimina a priori una soluzione come aprire tutti la rete wireless e mettere un semplice SSID comune. Quello che quindi può essere un modo saggio per risolvere la questione può essere l'uso di uno strumento quale un server RADIUS. Questo tipo di server permette di identificare ed autorizzare ogni utente della rete. Esiste una implementazione gratuita di RADIUS, FreeRADIUS. Tramite questo server diventa possibile dare ad ogni utente le informazioni necessarie a gestire la sua connessione.
La cosa affascinante di tutto questo è che è possibile creare server RADIUS federati, in modo da avere, facendo un esempio locale, i server di Castel Maggiore, Bologna e San Giorgio che si conoscono. In questo modo un utente che può connettersi a CM può farlo anche a Bologna, San Giorgio e tutti i comuni che posseggono un server RADIUS dello stesso gruppo.
Da un punto di vista prettamente tecnico un server RADIUS non deve nemmeno essere un super-computer. Basta un computer comunemente disponibile ben configurato dal costo non superiore a 500€, se proprio non si trova uno spazio su un server già pubblico a disposizione del comune o degli enti locali.
Unico svantaggio è la questione dei router. I Router devono essere di particolari modelli che permettano di fare da punti d'accesso che vadano a chiedere al server RADIUS le credenziali. Questi sono presenti in quasi tutti i modelli recenti che supportino le reti wireless G ed N e sono riconoscibili dalla scritta WPA-Enterprise oppure 802.1X. Il prezzo è quello di un normale router wireless, ovvero tra i 30€ e i 90€, ma se si mettesse in mezzo un ente pubblico si potrebbe sfruttare il numero di router da comprare e distribuire ai cittadini disposti a fornire la propria rete wireless. E con questo, il primo passo è fatto.
Prossimo passo? sistema di notifiche da e per l'ufficio tecnico! :D

domenica 28 giugno 2009

I Have A Dream...

Ho un sogno. E' da un paio di giorni che cerco di capire dove stia il problema nella creaione di un sistema che permetta di far interagire in modo facilitato la cittadinanza di un comune con il comune tramite servizi web avanzati. Quello che intendo è una serie di servizi stile GMail, Google Calendar, Zoho, Google Docs, o simili, e non dei semplici e poco interattivi (e a volte poco utili) siti web tradizionali.
Mi è capitato di passare su questo bellissimo sito (http://diycity.org) dove cittadini appassionati di programmazione cercano di costruire delle reti di servizi on-line per migliorare la fruibilità di servizi e offrire informazioni e risorse che il solo comune o il solo governo locale non può/riesce a fornire.
Prendo spunto da un articolo del creatore di DIYCity, John Geraci, sui quattro pilastri dell'e-governance. In questo articolo tratta problemi di G2C, G2G, C2G, C2C. L'approccio di Geraci sul problema dell'e-governance da un punto di vista teorico e strutturale è di indubbio interesse, ma cozza, esportando il modello, contro una struttura statale diversa, nella vecchia europa. Qui i soldi sono più scarsi, l'interesse verso la tecnologia minore, in Italia molto più che nel resto dell'Europa. Eppure è strano, perchè nonostante l'humus sia diverso, qui abbiamo ottimi teorici, ottime idee, ottimi spunti che non riescono a trovare strada per la mancanza di terreno fertile.
Fatto è che con le scarse risorse economiche degli italici comuni è difficile anche solo iniziare a parlare di infrastruttura tecnologica. Ma il bello è che per ottenere dei risultati interessanti basterebbe già riuscire ad integrare servizi già esistenti, magari open-source, e utilizzare le risorse già presenti nel territorio, e la rete di conoscenze già esistente del mondo dell'attivismo hacker.

Voglio condividere con voi una visione, nella qule io cittadino del comune X dotato di un ipod touch posso segnare mentre passeggio a piedi una buca nel terreno sulla mappa della mia citta. Tramite una decisione dei cittadini del comune X che condividono una rete wireless posso inviare l'informazione direttamente su una mappa che viene aggiornata costantemente da comune (quando vengono risolti problemi) cittadini (quando vengono segnalati problemi o consigli) e enti locali (quando ci sono modifiche temporeanee alla viabilità). In questo modo, finita la passeggiata, posso prendere il navigatore satellitare aggiornato tramite le informazioni di viabilità e andare in macchina a fare la spesa. Questa spesa mi piacerebbe fosse fatta in buona parte su frutta e verdura km0, ovvero più vicina possibile a casa. Cerco quindi su un sistema integrato dove si trovano contadini che hanno quelle tipologie di verdura che mi servono. In una mezz'ora sono di nuovo a casa. La sera voglio uscire, e a causa della mia mania di cercare locali nuovi, cerco on-line i locali presenti. Peccato che non sappia se la zona è sicura o meno, fortunatamente la questura e i cittadini hanno pubblicato un servizio per sapere dove sono stati commessi crimini in base all'orario nelle varie zone della città, quindi posso sapere se di sera una certa zona è sicura o meno. Dopo la serata a festeggiare nel locale, torno a casa e la mattina dopo non sto molto bene. Devo andare dal medico. Sono nuovo in città, dove si trova, come lo contatto? dovrei andare all'ASL, lo so, ma magari c'è un servizio basato sulle informazioni geografiche che mi dice dove si trova il medico più vicino e possibilmente una serie di informazioni offerte da altri utenti che si sono trovati a parlare con lui.

Questa è solo una piccola parte di una storia teoricamente molto lunga, che certo non parla di tutti e non parla a tutti. Ma col tempo che passa diventano sempre più le persone interessate ad un servizio del genere, poichè un sistema del genere rende la vita molto più comoda ai cittadini. Dalla mamma che deve correre in ufficio e non può fare code al supermercato mentre torna a casa perchè deve andare a prendere il figlio o i figli a scuola, al giovane imprenditore che non può prmettersi infrastrutture tecnologiche di alto livello nonostante possa averne bisogno, all'azienda di vecchia data che per motivi tecnologici si trova a dover lottare contro sempre più agguerriti concorrenti e quindi decide di fare un momento di auto-analisi cercando aiuto in moderne tecnologie che sarebbero un investimento suicida per lei da sola, ma condivise con altri imprenditori del territorio possono avere senso.

Dopo questi rapidi caso d'uso possiamo pensare "caspita, dobbbiamo avere un sacco di soldi, tanti programmatori, ecc... per costruire un sistema del genere..." La risposta è no. Perchè la cosa importante è non fare qualcosa se qualcun'altro l'ha già fatto. Ad esempio, http://www.seeclickfix.com/ permette di segnalare eventi e problemi non gravi all'interno del comune e mettersi in "ascolto" di cose che succedono. L'integrazione di questo con servizi appositi all'interno del comune sarebbe molto semplice e poco costosa (una mail per sapere quando ci sono problemi e sapere dove è saltata una lampadina non costa nulla). Questo non è l'unico servizio locale, ed è solo un'idea per risolvere un problema piccolo. Ma sarebbe già un passo enorme.
Sempre Geraci in DIYCity ha pubblicato un paio di settimane fa un post (http://diycity.org/discussions/diycity-10-framework) sul framework necessario per l'attivismo cittadino e la comunicazione tra Governance e Cittadini. E così come si parla di
DIY Transportation
DIY Police Services
DIY Emergency Care
DIY Public Health
DIY Waste Management
che sono un pò i servizi di base (immaginiamo i vigili del fuoco ch epossono non avere n telefoni ma un server sul quale compare un messaggio e può esserne decisa l'importanza e quindi rimandare la risposta alla chiamata a quando emergenze più pressanti siano state risolte, immaginiamo un sistema base per segnalare problemi alle forze dell'ordine, un sistema che permetta di conoscere con precisione la gestione dei rifiuti nel comune, oltre ai servizi visti sopra), si deve pensare anche a servizi avanzati, ovvero
DIY Education

DIY Resource Location
DIY Alt Transportation (bikes etc)
DIY Citizen Coordination
Inoltre, da notare è che Geraci non ha mai parlato di B2G e G2B, che sono due parti altrettanto importanti del sistema, soprattutto quando non si intende in senso stretto "Governance". Se ad esempio l'associazione industriali o commercianti di un paese fosse anche un punto di appoggio per servizi informatici avanzati (e non sto parlando di buste paga o simili), quali data warehousing, formazione su gestione aziendale informatizzata, aiuto nella costruzione di infrastrutture o fornitura di infrastrutture che una sola piccola azienda non potrebbe minimamente permettersi, improvvisamente ogni negozio potrebbe avere una vera presenza on-line. Se non è interessato ad avere il proprio spazio personalizzato, basterebbe anche la possibilità di gestire il magazzino in modo "uniforme" per permettere all'associazione di categoria di diventare un punto di appoggio per un grande sistema di e-commerce. Questo permetterebbe di eliminare code di pagamento nei negozi, e nel contempo aumentare la clientela possibile. E la stessa cosa vale in direzione opposta, i negozi in questo modo possono fornire al comune o agli enti locali delle informazioni in più che fino ad oggi necessitavano burocrazia e carta stampata.

Tragicamente il problema non è tanto a quanto grande fare l'infrastruttura, ma il fatto che deve essere una idea condivisa, accettata e, per quanto DIY (quindi fai da te, ovvero legata all'attivismo dei soli cittadini) anche supportata e possibilmente coadiuvata dai comuni. Quindi ogni parte deve dare il suo contributo.
Quindi ad esempio, il comune può fornire ad associazioni di hacker volontari tutti i dati pubblici in modo che questi possano essere informatizzati o analizzati in modo da creare dei feed RSS utilizzabili per integrazioni con servizi di terze parti quali OpenStreetMaps, Wikipedia e centinaia di nuove idee che possono sorgere non appena le informazioni siano disponibili.

Magari tutto questo è solo un delirio senza senso, ma credo che un mondo migliore sia possibile...