venerdì 25 gennaio 2013

Sulla trasparenza dove si sguazza nel torbido

Si, è ovvio. Si parla di MPS. Ma è un caso su tanti. Potrebbe essere Lehman Brothers, potrebbe essere Deutsche Bank. E' giunto forse il momento di imporre delle regole di trasparenza più rigide? Secondo me non c'è miglior momento di questo, per vari motivi: Da un lato c'è bisogno di fare un passo sulla trasparenza anche in ambito bancario (in brasile sono già stati attivati progetti di trasparenza bancaria per provare ad aggredire il problema della corruzione); Dall'altro quando una banca (che ha in pancia anche i soldi dei cittadini) viene foraggiata con denaro pubblico per salvarsi (ovvero soldi dei cittadini), si avvicina di un passo allo stato (sia chiaro: non condivido minimamente la posizione grillina della statalizzazione delle banche). E se si avvicina allo stato, anche una banca o una fondazione dovrebbero sottostare a delle regole di trasparenza più rigide. Ma come rendere possibile un sistema di concorrenza industriale giocando a carte scoperte? Innanzitutto l'apertura non deve essere necessariamente in tempo reale, ma si può dare un'informazione puntuale anche con un ritardo di 30-60 giorni. Oppure definire delle modalità di pubblicazione aggregata in tempo reale e grezzi con ritardo. Di policy si può discutere a lungo e definire un set di regole da seguire, ma quello su cui non ho dubbi è che sia necessario immaginare un sistema che consenta l'esposizione dei dati bancari come Open Data.
Appurato questo, le possibilità sono tante. In Brasile, per lavorare sulla corruzione, hanno iniziato ad utilizzare OpenBankProject, per il quale Simon Redfern, il fondatore, il settembre scorso all'OKFestival ha fatto una presentazione.
L'aspetto assurdamente interessante di OBP è l'aspetto di comodità in sicurezza, ovvero la possibilità di sfruttare la tracciabilità e la trasparenza per il singolo cittadino come comodità. Nello specifico, è interessante osservare come l'azienda che lavora sul progetto stia pubblicando costantemente il suo feed di pagamenti fatti e ricevuti direttamente sul suo sito. Ovviamente è un gesto simbolico, ma più in piccolo potrebbe sfruttare la cosa senza pubblicare il flusso ma dando diritto di lettura al proprio commercialista, che a quel punto potrebbe accedere ai dati puntuali e con una applicazione apposita si semplificherebbe il lavoro.
E' lo stesso approccio di Valve per Steam: rendere talmente semplice e vantaggioso comprare i giochi legalmente, che non ci sarà nemmeno la voglia di scaricarli e crackarli. E vi garantisco, funziona.

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